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Solidarity to the comrades struck by the operation “Ardire” (USA)

From Anarchist Library:

Here at the library we don’t usually publish such statements and communiques, mainly because there are plenty of other places where solidarity can be expressed. Anyway, this time we want to express our unconditional solidarity to the comrades struck by the repression in Italy and elsewhere, following the shooting of Adinolfi.
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Bruno Filippi [Λιβόρνο 1900 – Μιλάνο 1919], «Ένα κεφάλαιο που έχει κλείσει»

Το θλιβερό καθήκον του συντάκτη της νεκρολογίας είναι δικό μου. Είναι θλιβερό να γράφεις μια σελίδα με μια καρδιά που ρωτάει: και μετά τι; Μα είμαστε αφοσιωμένοι στον αγώνα: ή στο να επιτύχουμε την εξαφάνισή μας. Είναι αναπόφευκτο, κι έτσι ένας από μας αναπόφευκτα χάνεται.
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Riflessioni fra Formale ed Informale

Riflessioni fra Formale ed Informale

 Pur non ritenendo del tutto ingiustificate le critiche espresse nei confronti della Federazione Anarchica sia in merito all’assenza di attività costruttive che tese a voler costruire un’immagine di”anarchismo civile” così come espresse nel documento” Riflessioni scandalose sulle federazioni anarchice formali ed informali in Inghilterra”, critiche che peraltro possono essere estese a buona parte delle Federazioni Anarchiche europee decisamente molto su posizioni difensive che propositive nei confronti degli attacchi portati avanti in questi decenni dal sistema capitalistico neo liberista, tuttavia vorrei proporre alcune mie riflessioni sulle istanze che emergono dalla lettura di questo documento.
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Dieci pugnalate alla politica

La politica è l’arte del ricupero. Il modo più efficace per scoraggiare ogni ribellione, ogni desiderio di cambiamento reale, è presentare un uomo di Stato come sovversivo, oppure — meglio ancora — trasformare un sovversivo in un uomo di Stato. Non tutti gli uomini di Stato sono pagati dal governo. Ci sono funzionari che non si trovano in parlamento e nemmeno nelle stanze adiacenti; anzi, frequentano i centri sociali e conoscono discretamente le principali tesi rivoluzionarie. Discettano sulle potenzialità liberatorie della tecnologia, teorizzano di sfere pubbliche non statali e di oltrepassamento del soggetto. La realtà — lo sanno bene — è sempre più complessa di qualsiasi azione. Così, se auspicano una teoria totale è solo per poterla, nella vita quotidiana, dimenticare totalmente. Il potere ha bisogno di loro perché — come loro stessi ci insegnano — quando nessuno lo critica il potere si critica da sé.