(it-es) Contro tutti i valori

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(Un ringraziamento ai compagni di Culmine per l’aiuto in questa traduzione)

Contro tutti i valori

Risulta utile citare Heidegger quando dice: “Se Dio ha abbandonato il suo posto nel mondo sovrasensibile, questo posto, sebbene vuoto continua ad esserci… Il posto vuoto chiede anche di essere occupato di nuovo, e sostituire il Dio scomparso con qualcos’altro…”
È così, che costituisce un luogo comune nella quotidianità dello spettacolo dell’ordine sociale vigente, ascoltare parlare della necessità che fioriscano nuovamente i valori morali, etici, religiosi, ecc., o che i problemi di una nazione si debbano all’assenza di quei valori, quindi, tale mancanza, una maledizione divina che affligge i moderni Sodoma e Gomorra.
È normale, inoltre, che le diverse ONG, confessioni religiose, capitale e Stato premino gli individui per la loro sottomissione ai valori socialmente accettati dall’ordine sociale capitalista, cioè viene premiato lo schiavo felice, quello che si sottomette senza discussione alcuna ai modelli di comportamento che il suo padrone gli ha imposto, quello che mai si ribellerà, e che ringrazia i suoi superiori per lasciarlo vivere e morire, questo sì chiedendogli la loro autorizzazione e la corrispondente benedizione.
Tuttavia, sorgono domande su cosa siano i valori, e perché vengano rifiutati gli stessi. Enorme compito è quello di analizzare l’essenza stessa dei valori, ma certo non sarebbe male fornire in maniera provvisoria alcuni elementi che per lo meno si avvicinino al concetto di valore, e al conseguente rifiuto degli stessi.
Lungo la storia di tutte le civilizzazioni, le diverse società e le loro caste dominanti, avevano come finalità esclusiva non solo arricchirsi, ma anche sopravvivere nel tempo, e per quello imponevano per mezzo di norme, codici, leggi, tabù, ecc., modelli di comportamento, valori morali, comandamenti divini, ecc., che erano un imperativo di quello che si doveva fare, e quali erano i comportamenti vietati per gli individui.
Sebbene le scale di valori che si impongono dall’esterno agli individui non siano uguali lungo la storia, è possibile affermare che tutte hanno il comune denominatore di inibire l’autonomia, il potere e la libertà. I valori costituiscono un concetto imperativo, che impongono ed obbligano, sia per le abitudini, sia per la coercizione fisica o morale di essere esclusi dalla società.
I valori, hanno avuto un gran dinamismo, in correlazione con lo sviluppo dello spettacolo dello stato e del capitale, ma in tutti quelli si intronizzano come la “perfezione” dei valori umani, l’auto-sacrificio, sia per la patria o la religione, il martirio, il dolore, che è la visione della virtù umana, ma mai il piacere, il desiderio individuale.
Vale a dire che la scala di valori che è imposta esogenamente a noi individui, è un ordine metafisico che dimentica l’individualità, trasformandoci  in “enti”, che cessano di essere soggetti unici al fine di trasformarci in un oggetto massificato senza autonomia e libertà.
Rottura e distruzione sono le due azioni principali degli individui contro gli imperativi. Tuttavia, non sono certamente facili i processi di rottura e distruzione contro tutto ciò che è sopravvissuto prodotto dalla superstizione, dalle abitudini per migliaia di anni. È vero, non è un compito facile, però questo compito, bisogna puntualizzarlo, non è collettivo, non è il risultato della decisione di qualche guida illuminata, ma tutto il contrario, questo processo è esclusivamente individuale, poiché si deve basare fondamentalmente nella prassi individuale, ed empiricamente ribellarsi contro tutti quegli imperativi che ci schiacciano.
Come Anarchico, non si può essere altro che contro tutto quello che è coadiuvante della nostra schiavitù, che implica un abbandono dell’autonomia, del potere e della libertà assoluta. Sebbene molti, potranno mostrarsi in maniera astratta d’accordo con quanto detto, la situazione non è così semplice.
È patetico vedere come certi elementi che si definiscono liberi da ogni imposizione ed imperativo religioso, di fronte ai valori si prostrino pietosamente e cercano di scusarsi esprimendo la necessità di creare una nuova struttura di valori applicabile alla società futura, ciò non è necessario, è necessaria la distruzione di tutto ciò che ci lega all’attuale ordine sociale.
È indispensabile rompere con tutti i valori di schiavo, che è la negazione della vita, del piacere e della propria libertà di individui come esseri con potere e libertà assoluta.
Bene e male. Crimine e Castigo. Giusti e peccatori, non sono solamente parole lanciate nel vuoto, sono imperativi che l’ordine sociale ci ha imposto, e questa imposizione si è fatta carne nella nostra individualità.
Perciò, non risulta necessario soltanto sbarazzarci dei comportamenti o valori imposti gerarchicamente da una guida, dallo Stato, religione, ecc., ma è inoltre fondamentale la pratica di rottura con queste strutture di valori, pratica, ripetiamo, che dovrà essere individuale, poiché è impossibile una rottura collettiva, poiché la massificazione è antagonista dell’individualità e la sua autonomia, e questo significherà che rotture e distruzioni da parte di soggetti collettivi implicheranno la riappropriazione della stessa dinamica e l’adozione di nuovi imperativi, prodotti del nuovo spettacolo sociale che è rappresentato.
Si deve demolire, non solo le strutture tangibili del potere statale e del capitale, ma anche tutte quelle che non sono tangibili, ma non per questo meno importanti nell’esercizio del dominio e nella coercizione sociale da parte del potere.
Il rifiuto di tutte le scale di valori – leggasi morale, etica, patriottismo, classismo, ecc. – significa sbarazzarsi di tutte le malattie sociali. Per questo, la rottura individuale e la conseguente distruzione dei valori devono avvenire attraverso una critica radicale, prodotto della pratica individuale, poiché solo così potrà essere l’inizio di un vero insorgere che comporti la rottura e la distruzione di tutti quegli imperativi che ci sono imposti dall’esterno.

NIHIL

 

http://parolearmate.noblogs.org/2012/02/26/it-es-contro-tutti-i-valori/

CONTRA TODOS LOS VALORES

Resulta útil citar a Heidegger cuando dice: “Si Dios ha abandonado su lugar en el mundo suprasensible, este lugar, aunque vacío continúa estando..El lugar vacío pide incluso ser ocupado de nuevo, y sustituir el Dios desaparecido por otra cosa..”
Es así, que constituye un lugar común en la cotidianeidad del espectáculo del orden social vigente, escuchar hablar de la necesidad que florezca nuevamente los valores morales, éticos, religiosos etc., o que los problemas que afrontan una nación se deban a la ausencia de aquellos valores, por lo tanto, ante dicha falta, una maldición divina azota a las modernas Sodomas y Gomorras.
Es normal, asimismo, que las diversas ONG, confesiones religiosas, capital y Estado premien a individuos, por su sumisión a los valores socialmente aceptados por el orden social capitalista, es decir, se premia al esclavo feliz, el que se somete sin discusión alguna a las pautas de conductas que su amo le ha impuesto, a aquel que jamás se rebelará, y que agradece a su patronos por dejarlo vivir y morir, eso sí pidiéndole su autorización y la correspondiente bendición.
Sin embargo, cabe interrogarse que son los valores, y el por qué se rechaza el mismo. Menuda tarea es analizar la esencia misma de los valores, pero sí se puede aunque mal no sea en forma provisoria dar algunos elementos que por lo menos aproxime al concepto del valor, y al consiguiente rechazo de los mismos.
A lo largo de la historia de todas las civilizaciones, las diversas sociedades y sus castas dominantes, tenían por finalidad exclusiva, no sólo enriquecerse, sino también pervivir en el tiempo, y para ello, imponían por intermedio de normas, códigos, leyes, tabúes, etc., pautas de conductas, valores morales, mandamientos divinos, etc., que eran un imperativo de lo que se debía hacer, y cuales eran las conductas vedadas para las individualidades.
Si bien, las escalas de valores que se le imponen desde el exterior a los individuos/as no son iguales a lo largo de la historia, es dable afirmar que todas ellas tienen un común denominador de inhibir la autonomía, el poder y la libertad. Los valores constituyen un concepto imperativo, que impone y, que obliga, sea por las costumbres, sea por la coacción física o moral de ser excluido de la sociedad.
Los valores, han tenido un gran dinamismo, en correlación con el desarrollo del espectáculo del estado y el capital, pero en todos ellos, se entronizan como el ejemplo la “perfección” de los valores humanos, el auto-sacrificio, sea por la patria o la religión, el martirio, el dolor, que es la visión de la virtud humana, pero jamás el placer, el deseo individual.
Es decir, que la escala de valores que nos es impuesta exógenamente a los individuos / as, es un orden metafísico que olvida a la individualidad, transformándonos en “entes”, el cual deja de ser sujetos únicos a fin de transformarnos en un objeto masificado sin autonomía y libertad.
Ruptura y destrucción, son las dos principales acciones de los individuos/as contra los imperativos. Sin embargo, es cierto que no es sencillo los proceso de ruptura y destrucción contra todo aquello que ha pervivido producto de la superstición, de las costumbres por miles de años. Es verdad, no es una tarea sencilla, pero dicha tarea hay que puntualizarlo, no es colectiva, no es la resultante de la decisión de algún guía iluminado, sino todo lo contrario, dicho proceso, es exclusivamente individual, ya que debe fundamentalmente basarse en la praxis individual, y empíricamente rebelarse contra todo aquellos imperativos que nos aplasta.
Como Anárquico, no se puede más que estar en contra de todo aquello que es coadyuvante de nuestra esclavitud, que implica abandono de la autonomía, del poder y de la libertad absoluta. Si bien, muchos podrán de manera abstracta mostrar su conformidad con lo dicho, la situación no es tan sencilla.
Resulta patético ver, como ciertos elementos que se califican a sí mismos libres de toda imposición e imperativo religioso, frente a los valores se postran piadosamente frente a los mismos, e intentan excusarse expresando la necesidad de crear una nueva estructura de valores aplicable a la sociedad futura. Mentiras, no hace falta ello, es necesario la destrucción de todo aquello que nos ata al actual orden social.
Es indispensable romper con todo los valores de esclavo, que es la negatoria de la vida, del placer y de la propia libertad de los individuos / as como seres con poder y libertad absoluta.
Bien y mal. Crimen y Castigo. Justos y pecadores, no son solamente palabras lanzadas al vacio son imperativos que el orden social nos ha impuesto, y que dicha imposición se ha hecho carne en nuestra individualidad.
Por ende, no solamente resulta necesario desembarazarnos de las pautas o valores impuestos jerárquicamente por algún guía, Estado, religión, etc., sino que además es vital la práctica de ruptura con dichas las estructuras de valores, praxis, se reitera, que deberá ser individual, ya que resulta imposible una ruptura colectiva, ya que la masificación es antagónica con la individualidad, y su autonomía, y ello significaría que rupturas y destrucciones por sujetos colectivos implique la reapropiación de la misma dinámica y la adopción de nuevos imperativos, productos del nuevo espectáculo social que se esta representando.
Se debe demoler, no sólo las estructuras tangibles del poder estatal y del capital, sino también todas aquellas que son intangibles, pero no por ello menos importante en el ejercicio del dominio y coerción social por parte del poder.
El rechazo a todo las escalas de valores- léase moral, ética, patriotismo, clasismo, etc.- significa desembarazarse de todas las lacras sociales. Por ello, que la ruptura individual y la consiguiente destrucción de los valores deben darse a través de una crítica radical, producto de la práctica individual, ya que sólo así, podrá ser el inicio de un verdadero insurreccionar que conlleve a la ruptura y a la destrucción de todos aquellos imperativos que nos es impuesto desde el exterior.
NIHIL

 

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