No Tav – Ancora due resistenti colpiti dalla repressione

da notav.info:

Mentre siamo giunti quasi ad un anno dallo sgombero della Maddalena e dal 3 luglio, il teorema giudiziario della procura della Republica di Torino, guidata da Gian Carlo Caselli non si ferma, e scattano nuoe misure cautelari. Luca, 20 di Vaie, valsusino e Elena, 25 anni di Bologna sono stati colpiti da provvedimenti di arresto e privazione della libertà,  nello specifico Luca ha l’obbligo di dimora, mentre Elena è agli arresti domicialiari.

Dopo un anno, continuiamo a scoprire il “metodo” giudiziario contro i notav, colpevoli di non arrendersi, nemmeno oggi. Il 6 luglio si aprirà il processo ai notav arrestati il 26 gennaio scorso, dove a tempo di record, saranno in tribunale con udienze già calendarizzate, con una celerità ed un efficienza giudiziaria che fa pensare…perchè se si fosse andati oltre, sarebbero scaduti di per sè i termini della carcerazione preventiva.

Non ci lamentiamo sia ben chiaro, non siamo abituati e contro quello che riteniamo ingiusto, lottiamo con passione, ma non venoteci a fare discorsi sulla giustizia…

Libertà per tutt/i i notav!


riceviamo e diffondiamo:

Comunicato sugli arresti del 25 giugno da compagne e compagni di Bologna

Il 25 giugno, a distanza di cinque mesi dalle perquisizioni e dalle varie misure cautelari che avevano coinvolto 54 persone in tutta Italia, una compagna di Bologna viene messa agli arresti domiciliari con tutte le restrizioni (divieto di comunicazione verbale e scritta, con persone diverse da quelle con lei residenti). Il materiale che le era stato sequestrato durante la perquisizione del 26 gennaio è stato usato dalla procura di Torino per avanzare l’accusa di violenza e lesioni aggravate in concorso in merito alla giornata di resistenza No Tav del 3 luglio a Ramats.
Il 3 luglio 2011 in tantissimi abbiamo scelto di essere nei boschi della Val Susa per attaccare il cantiere costruito su quella che fu la Libera Repubblica della Maddalena. Abbiamo scelto di arrivare fino alle reti e di assediare il cantiere.
E’ stata una giornata di lotta intensissima che ha portato quattro persone agli arresti e che, solo nell’area archeologica a cui si giunge da Ramats, ha visto centinaia di persone pronte a difendere dalla violenza sbirresca un territorio stupendo insieme a chi lo abita.
Siamo scesi in quei boschi non come i “guerrieri della domenica” – come i giornalisti ci hanno definito nei giorni successivi – ma come individui che ogni giorno in Valle o in città sono schiacciati da una macchina impazzita di produzione e consumo e che ogni giorno lottano contro di essa.
Siamo scesi in quei boschi per difendere un territorio e con esso tutti i territori che viviamo ogni giorno, strappati alla gente e dati in pasto a chi produce ricchezza per le proprie tasche.
Siamo tornati tante volte in Valle e tante volte l’abbiamo portata nelle nostre città, per rendere le lotte che conduciamo altrove una forza per chi da anni non demorde in Valle.
La tenacia degli uomini e delle donne che resistono su quelle montagne e con cui condividiamo sentieri, sogni e lotte è il fuoco che continua bruciare nei nostri cuori, che scalda le celle e le case che tengono lontani da noi compagni e amici.
Fuoco a tutte le gabbie!
Libertà per tutti/e gli/le arrestati/e No Tav!

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