(it-en-es) Inferno Personale
FONTEENGLISHESPAÑOL“…io non voglio e non concedo solidarietà,
perché sono convinto che sia una nuova catena
e perché io credo con Ibsen che colui che è più solo sia il più forte.”
Renzo Novatore – Io sono anche un NichilistaINFERNO PERSONALE
per un superamento della solidarietàInvito all’azione Egoista Nichilista a gli affini colpiti dalla legge dello Stato emanata dalla società sotto il volto di Suor.Manuela Comodi
Nessuna preghiera!
Nessun segno di cedimento!
Il ribelle che trionfa nel suo Io conosce e sa che quanti abissi ha la sua esistenza,ahimè ”vi sono troppi abissi per i solitari” soleva dire lo Zarathustra!
Nessuna preghiera!
Nessuna professione di fede e nessun credo per il solitario!
Nessuna solidarietà fanatico religiosa per il solitario!
Nessuna preghiera e nessun rosario!
Questo è il sentiero,la non-via!
Sollevatevi dunque o singoli vagabondi dell’Io!
Non stare in ginocchio!
Se Muori la tua anima creperà ancora prima del tuo corpo!
Non pregare!
“Io sono un parapetto sulla corrente:mi afferri chi può.”
Così il tuo Io parla!
“Io non sono però la vostra stampella.”
Non confidare nell’uomo raccomandava il Cristo! Io aggiungo, neanche nel Dio!
“Il programma anarchico, basandosi sulla solidarietà e
sull’amore, va al di là della stessa giustizia… L’amore da‘ tutto quello che può e
vorrebbe che gli altri facessero a voi (cioè il massimo bene) è cio‘ che i cristiani
chiamano carità e noi chiamiamo solidarietà: insomma è amore”.
Nessuna Carità!
Confida in te stesso!
Non mendicare!
A gli affini di Culmine e di Parole Armate
Edizioni Cerbero – Maurizio De mone e Federico Buono
(it-en-es) CATTIVE PASSIONI – IL DIRITTO DELL’IO
CATTIVE PASSIONI – IL DIRITTO DELL’IO
dall’Anti-Cristianesimo
“Basta! Chi parla così è un nemico del popolo!”
UN UOMO (nella folla)
da Un Nemico del popolo, H. Ibsen
Premessa
Opportuno sarebbe fare un’analisi dettagliata del pensiero antigiuridico nell’opera dello Stirner “L’unico e la sua proprietà”1, in quanto ricca di contenuti sulla questione in merito, oserei dire fondamentale per uno studio-teorico e una pratica individualista nel campo del diritto.
Lo Stirner affronta immediatamente il problema del diritto nelle prime pagine introduttive mettendo in luce cosa, l’Io (e badi bene non l’uomo) abbassato a semplice suddito-cittadino, è chiamato a non fare: “essere egoista.”
“Soltanto la mia causa non dev’essere mai la mia causa”, oppure, “Che vergogna l’egoista che pensa soltanto a sé.”2
L’autore dell’Unico abbatte questa sedicente verità che altro non è che una menzogna perpetuata e consolidata nei tempi anche per colpa di un cristianesimo invadente.3
Ogni cosa che nasce
è scritto che vada corrotta
Ogni cosa perisce
nel destino del vostro
respiro immaturo
Ogni cosa sfiorata
patisce una pena, marcisce
precipita l’ego nel vuoto
inghiottito dalla farsa dei tempi4
La causa di Dio e dell’Uomo non è cosa mia, non è la mia causa. Nessuna causa che sia dell’Umanità, della verità, della morale, dell’etica, ecc. si inginocchia a cause superiori, ma fa di se stessa la causa e il fine e ne diventa ed è essa stessa egoistica. Ecco che scorge dalla grotta dove è stato rintanato il mio egoismo, il cerbero delle passioni ingorde, “il nulla di ogni altro” che volevate sacrificare per delle seratine con la vostra signora lussuriosa, che non placa la mia ira e l’insaziabile voglia di godimento di me stesso e che allontana – questo è molto importante – le concezioni e i principi del diritto che è fuori dal mio essere.
Per i meno attenti sembrerebbe che mi stia scordando del tema portante di questo scritto: ma non è così.
Le fondamenta come accennavo poco sopra per una radicale refrattarietà alla legge e per qualsiasi sia l’organo che le promuove e le emana, che si tratti di un teatro eticamente accettato dalla massa o che sia espressione di una ristretta minoranza, devono reggersi assolutamente a partire da queste considerazioni sull’individuo.
Il diritto è il nemico da abbattere per svelare il grosso inganno morale che risiede appollaiato in tutta comodità dietro la menzogna e l’illusione di un diritto appunto, adatto a tutti.
I Fantasmi con cui l’Io ha a che fare sono molti e nella lotta che si affronta nella critica antigiuridica sono anche troppi.
I molti e più svariati predicatori-ladri dell’Io si accalcano per assicurarsi che lo horror mortis venga amplificato nel rituale di sottomissione a questi schiavisti mai stanchi.
“[…]Tutti i santi, ma in particolare i martiri, sono testimoni di Dio, che è Amore: Deus caritas est. I lager nazisti, come ogni campo di sterminio, possono essere considerati simboli estremi del male, dell’inferno che si apre sulla terra quando l’uomo dimentica Dio e a Lui si sostituisce, usurpandogli il diritto di decidere che cosa è bene e che cosa è male, di dare la vita e la morte. Purtroppo però questo triste fenomeno non è circoscritto ai lager. Essi sono piuttosto la punta culminante di una realtà ampia e diffusa, spesso dai confini sfuggenti. I santi, che ho brevemente ricordato, ci fanno riflettere sulle profonde divergenze che esistono tra l’umanesimo ateo e l’umanesimo cristiano; un’antitesi che attraversa tutta quanta la storia, ma che alla fine del secondo millennio, con il nichilismo contemporaneo, è giunta ad un punto cruciale, come grandi letterati e pensatori hanno percepito, e come gli avvenimenti hanno ampiamente dimostrato. Da una parte, ci sono filosofie e ideologie, ma sempre più anche modi di pensare e di agire, che esaltano la libertà quale unico principio dell’uomo, in alternativa a Dio, e in tal modo trasformano l’uomo in un dio, ma è un dio sbagliato, che fa dell’arbitrarietà il proprio sistema di comportamento. Dall’altra, abbiamo appunto i santi, che, praticando il Vangelo della carità, rendono ragione della loro speranza; essi mostrano il vero volto di Dio, che è Amore, e, al tempo stesso, il volto autentico dell’uomo, creato a immagine e somiglianza divina.[…]”5
Farneticazioni di un vecchio delirante in preda a smanie di potere.
“[…]Infatti, la religione dei greci, i culti e i miti pagani, non erano in grado di gettare luce sul mistero della morte, tanto che un’antica iscrizione diceva: ‘In nihil ab nihilo quam cito recidimus’, che significa: ‘Nel nulla dal nulla quanto presto ricadiamo’. Se togliamo Dio, se togliamo Cristo, il mondo ripiomba nel vuoto e nel buio. E questo trova riscontro anche nelle espressioni del nichilismo contemporaneo, un nichilismo spesso inconsapevole che contagia purtroppo tanti giovani[…]“6
Non saremo dei figliol prodighi sottomessi soltanto alla trasgressione giovanile né tanto meno dei Raskol’nikov da quattro soldi, uccideremo la vecchia usuraia e sua sorella con tutto ciò che è in nostro potere e affronteremo ciò che ne consegue, usurperemo il diritto di decidere cosa è bene e cosa è male, strappando con forza le spine della rinuncia senza cedere al senso di colpa istillato dal cristianesimo.
Non tenderemo mai i nostri polsi volontariamente ai grandi inquisitori, ma bensì ci lanceremo nell’abisso dell’inconscio per riconquistare l’Io, ripiombando nel vuoto e nel buio sapremo guardare in faccia la realtà materiale e non ci impiccheremo come Smerdijakov se non per nostro volere,o non cadremo nella febbre cerebrale, una febbre fredda quella della pazzia e del senso di colpa, la stessa febbre del genio filosofico del “tutto è permesso” immortalato in Ivan Karamazov.
No, la metafisica e tutta la teologia del vescovo di Roma è mossa ad annichilire l’unico, il nulla, il creatore, L’Io.
Ogni cosa passata
è scritto che vada sparendo
Ogni cosa presente
Annichilisce
all’avanzare dell’unico
Ogni cosa futura
terreno arido e incolto
Lo Stirner nella seconda parte del suo lavoro più importante entra nel vivo della questione etica imbattendosi proprio nella lotta fra gli individui egoisti.
Nell’individualità propria annuncia la vera natura egoista del Dio dei cristiani:
“[…]<<Dio>>, come se lo sono sempre rappresentato i cristiani, è un buon esempio di come uno possa agire solo per impulso proprio, senza chieder consiglio a nessuno. Agisce come “come gli piace”. E l’uomo,stolto,potrebbe fare altrettanto e invece si impone il dovere morale di comportarsi come “piace a Dio”. Se si vuol obiettare che anche Dio segue delle leggi eterne,questo vale anche per me, perché anch’io non posso uscire dalla mia pelle, ma ho in tutta la mia natura, cioè in me stesso, la mia legge.[…]”
La mia legge, il mio nulla.
Il centro il fondamento dell’esistenza dev’essere noi stessi e non un fantomatico diritto esterno un perno che non rientra nella sfera della nostra forza individuale o al di fuori dalla nostra volontà, perciò rivolgetevi a voi stessi piuttosto che ai vostri dèi o idoli.
“[…]Da questo nasce poi un nuovo modo di vivere l’essere uomini, l’essere cristiani. Una delle esperienze più importanti di quei giorni è stata per me l’incontro con i volontari della Giornata Mondiale della Gioventù: erano circa 20.000 giovani che, senza eccezione, avevano messo a disposizione settimane o mesi della loro vita per collaborare alle preparazioni tecniche, organizzative e contenutistiche della Giornata Mondiale della Gioventù e proprio così avevano reso possibile lo svolgimento ordinato del tutto. Con il proprio tempo l’uomo dona sempre una parte della propria vita. Alla fine, questi giovani erano visibilmente e “tangibilmente” colmi di una grande sensazione di felicità: il loro tempo donato aveva un senso; proprio nel donare il loro tempo e la loro forza lavorativa avevano trovato il tempo, la vita. E allora per me è diventata evidente una cosa fondamentale: questi giovani avevano offerto nella fede un pezzo di vita, non perché questo era stato comandato e non perché con questo ci si guadagna il cielo; neppure perché così si sfugge al pericolo dell’inferno. Non l’avevano fatto perché volevano essere perfetti. Non guardavano indietro, a se stessi. Mi è venuta in mente l’immagine della moglie di Lot che, guardando indietro, divenne una statua di sale. Quante volte la vita dei cristiani è caratterizzata dal fatto che guardano soprattutto a se stessi, fanno il bene, per così dire, per se stessi! E quanto è grande la tentazione per tutti gli uomini di essere preoccupati anzitutto di se stessi, di guardare indietro a se stessi, diventando così interiormente vuoti, “statue di sale”! Qui invece non si trattava di perfezionare se stessi o di voler avere la propria vita per se stessi. Questi giovani hanno fatto del bene – anche se quel fare è stato pesante, anche se ha richiesto sacrifici –, semplicemente perché fare il bene è bello, esserci per gli altri è bello. Occorre soltanto osare il salto. Tutto ciò è preceduto dall’incontro con Gesù Cristo, un incontro che accende in noi l’amore per Dio e per gli altri e ci libera dalla ricerca del nostro proprio “io”. Una preghiera attribuita a san Francesco Saverio dice: Faccio il bene non perché in cambio entrerò in cielo e neppure perché altrimenti mi potresti mandare all’inferno. Lo faccio, perché Tu sei Tu, il mio Re e mio Signore. Questo stesso atteggiamento l’ho incontrato anche in Africa, ad esempio nelle suore di Madre Teresa che si prodigano per i bambini abbandonati, malati, poveri e sofferenti, senza porsi domande su se stesse, e proprio così diventano interiormente ricche e libere. È questo l’atteggiamento propriamente cristiano.
Indimenticabile rimane per me anche l’incontro con i giovani disabili nella fondazione di San José in Madrid, dove nuovamente ho incontrato la stessa generosità di mettersi a disposizione degli altri – una generosità del darsi, che, in definitiva, nasce dall’incontro con Cristo che ha dato se stesso per noi. […]”7
Quante parole buttate, quanto questo egoista tiri acqua al suo mulino!
Sacrificio! Osare il salto!
Ecco la buona novella che si tramuta per quello che è! Allontanarsi dall’Io, rifiutare la “ricerca del nostro proprio io”.
Ma quale sacrificio e per chi? Chi dovrei servire? Cosa c’è di più grave della preghiera del santo Francesco? Dovrei forse inginocchiarmi ad un altro egoista?
“[…]Dio e l’umanità hanno fondato la loro causa su nulla,su null’altro che se stessi. Allo stesso modo io fondo allora la mia causa su me stesso, io che, al pari di Dio,sono il nulla di ogni altro, che sono il mio tutto, io che sono l’unico.[…]”8
Le parole dello Stirner sono così piene che spaventano i dominatori gli anti-relativisti, degli assolutisti.
Il vescovo di Roma vuole con tutto se stesso abbattere i cancelli dell’io, vuole una fetta della nostra vita, spera di ingozzarsi a colazione pranzo e cena ingrassando il suo ventre con le nostre esistenze, e in nome di chi? Del suo Dio e del godimento di se stesso. Non a caso il catechismo della chiesa cattolica precisa inconfutabilmente cosa si cela dietro il messaggio “altruistico” e di “umanità” che da duemila anni il cristo (“l’unico cristiano mai esistito”9) e l’apostolo paolo di tarso “il prete” hanno voluto che fosse la verità indiscussa:
“Il desiderio di Dio è inscritto nel cuore dell’uomo, perché l’uomo è stato creato da Dio e per Dio”10
Maurizio De Simone – Edizioni Cerbero
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1 Cfr. Max Stirner, L’unico e la sua proprietà; Adelphi.
2 Ibidem
3 Solo per fare un esempio:
[…]“Siccome il Cristianesimo, incapace di riconoscere al singolo il suo valore di unico, lo ha pensato invece sempre dipendente e in realtà non lo è stato nient’altro che una teoria sociale, una dottrina della convivenza, e in vero sia del rapporto fra Dio e l’uomo sia dei rapporti fra gli uomini, era inevitabile che esso rigettasse con infamia tutto ciò che è “proprio” [Eigene]: L’interesse personale, il capriccio individuale, la volontà personale, l’individualità propria, l’amor proprio, ecc. [Eigennutz, Eigensinn, Eigenwille, Eigenheit, Eigenliebe]. Il punto di vista cristiano è riuscito è riuscito perfino a rovesciare pian piano la connotazione positiva di alcune parole, rendendole spregevoli: perché non si dovrebbero riportare in onore? Così Schimpf (“insulto”) significava anticamente “scherzo”, ma per la serietà cristiana, che non capisce gli scherzi e la giocosità, il divertimento diventò disonorevole; Frech (“sfacciato”, ”impudente”) significava prima soltanto “risoluto”, ”coraggioso”; Frevel (“sacrilego”, ”crimine”) era soltanto “azione audace”, ”impresa rischiosa”. È noto come la stessa parola “ragione” sia stata per lungo tempo malvista. Il nostro linguaggio si è costruito per lo più in riferimento al punto di vista cristiano e la coscienza come è ancora troppo cristiana per non spaventarsi di fronte a tutto ciò che non è cristiano, considerandolo imperfetto e malvagio. Per questo anche la parola “interesse personale” è malvista.[…];
Max Stirner; ibidem. Parte seconda L’IO, L’individualità propria.
4 In difesa dell’Io; Cerbero
5 Benedetto XVI, Angelus, Castelgandolfo Domenica 9 Agosto 2009
6 Benedetto XVI, Angelus, Piazza San Pietro Domenica 6 novembre 2011
7 Benedetto XVI, Udienza alla Curia Romana in occasione della presentazione degli auguri natalizi 22.12.2011
8 Max Stirner, L’unico e la sua proprietà; Adelphi
9 F. Nietzsche, L’anticristo.
10 Cfr. Catechismo della chiesa cattolica; capitolo primo L’uomo è capace di Dio: Il desiderio di Dio.
(pdf) Federico Buono: “Il Tempio della profezia” _ “Le Impugnazioni. Seconda Parte”.
Intro_Il Tempio della profezia
Nella seconda parte sulle impugnazioni è esplicato in materia metaforica-allusiva, l’essere:soggetto imputato.
In una duplice veste.
Il metodico strutturare di questa duplice veste (che è indice_ veste di un indurre alla semplificazione paritetica del se-soggetto) rende il “processo”,un processo di ambigua giustapposizione di esplicitazione programmatica.
La riduzione del se-soggetto a “soggetto”in un induzione a forma strutturata amplia i termini di derivazione in un tempo che è limitato ,dove l’essere se-soggetto ,è definito in maniera definita come” soggetto Imputato”,che diventa un “termine” limitante.
Segni Chiarificatori dell’essere soggetto in una definizione data in maniera definita esprimono le proprie clausole procedurali al se-soggetto stesso.
L’antigiuridismo anarchico amorale come premesso nella precedente introduzione va a colpire il sacro altare del “giusto diritto”,dove l”esprimersi dei Segni Chiarificatori imprimono l’annullamento di ogni scelta peculiare andando a rimarginare completamente(e non di striscio)la contrapposizione di un approsimmativa “resa”alternativa dell’uso della forma del diritto e la sua controparte.
L’antiguridismo anarchico amorale estende la propria negazione ad ogni minimo contatto con la “giustizia”,andando a ricercare la sperimentazione della vita stessa all’estremo di questo sperimentare.
La forma composta di una forma conforme alla “giurisprudenza”,stabilisce e redime,occludendo,ogni scelta che appartiene all’individuo .
Nella negazione del “diritto_dovere”,in termini amorali,si annulla ogni profferire
di una profetica profezia.
Ad ognuno il suo scegliere..
Federico Buono – Edizioni Cerbero
in pdf: il tempio della profezia
(en) Federico Buono – The Anarchist and Amoral Anti-Judicial Attitude
from 325.nostate.net
Fragment – The Anarchist and Amoral Anti-Judicial Attitude
The right to defence
‘This is the magic of the extreme. The seduction that exercises all what is extreme. We the anti-moralists, we are the extremists’. i
The free spirit – the anarchist nihilist is advancing and going over.
The formal systems of reference, given by the judging organs, establish the role of the defendant. In this way the base of the moral and judicial monster is established in an organic way.
To dismantle and knock down the ‘pillars’ of the law-judgement means to eviscerate its inferior abyss until its fragments can be found in a hidden way.
To knock down all elements of logo-centric reference means to deny in a continuous renovation, to interpret all fragments of it, made of a ‘resistance’ without corners.
The fire of the devouring chaos extinguishes all rational re-elaborations, by ‘denying’ and by renovating while denying.
Each of us must find their personal inferno ii .
Defence (right) art. 24 of the constitution: ‘Inviolable right guaranteed by the constitution which consists in assuring everybody the possibility to defend their legitimate rights through the action or resistance during the judgement.’
The placid repeating of a movement aiming at logic consequences dissolves itself in a consequential plot.
A careful examination of this plot leads to the theorization, assimilated in an asymmetrical way, of the determined.
While listening, the deaf absence, the ‘stamp’ given by the presence of the absence, is the absence itself.
The absence is the presence of the ‘absent being’.
The production of a series of logical-rational consequences creates ‘appeasement’, leading to the determination of this appeasement, which becomes quiet acquisition by transmitting the reason that created the appeasement: to circumscribe and determine the events by determining them in a logic rationale.
In an aprioristic way, the subject-individual who has no prejudices as concerns his logic deduction of the effects of this ‘determining’ accepts its ordinariness, because the distance between the acquisition of the logic effects and its making them logic reduces itself till it re-marginalizes itself by focusing its effect.
‘The defender of *** has protested because the seized material cannot be classified as primer or explosive (…). However he has demanded that the coercive measure be rejected also because of lack of any references to the behaviour his client is accused of (…)
Subordinately he has demanded the application of a non-custodial measure.’
This chosen line rationalizes the events and classifies the sign-effect that emerges from the extent of the events themselves.
Fatalism ‘affirms’ the subject-individual, which realizes himself in each movement-moment and becomes the ‘logic’ development that simplifies the development itself by adapting it.
All this considering the supposed evidence that this development is a determination, an event that the logic has realized by determining itself.
The dynamics of defending oneself makes the sensory capacities of one’s own individuality useless. These capacities acquire significance while revealing themselves.
Therefore the homologous role of the defendant, established by the judging organs, is polarized by a conventional sign.
A systematic nature absorbs the events to which and in which the subject-individual is placed, so that he puts himself before the dependence of a ‘golden cage’.
The development of the events establishes a thread, which sublimes into ‘nothing’ by dissolving itself.
The formal system of reference for the individual deprived of his essence, of his ‘being’ individual, exacerbates and subdues the reason and assimilates it to the ‘mask of the law’.
In the assimilation of a moral root, the affirmation of oneself is social prison, where the transposition between the individual who affirms himself and the prisoner who conforms through homogenization, nullifies itself.
A defender according to art 96 s.s of the penal code. ‘He guarantees technical defence in a penal procedure to the defendant and to other parties who have the right to nominate him.’
The main intents of a subject-individual, by now defendant, are dissipated in a logic dissociation, which moulds the interpretation of the judicial doctrine and of the ‘guarantee’.
A defendant walks along a prearranged path, which defines what is ‘guaranteed’ as the procedural clause of a subjective falsification.
Taking measures, he endorses himself in a constitution-construction, thus giving a sense-signifier to ‘his’ nothing.
‘The characters of a defence are the effectiveness and freedom of the defender’.
Swallowed up by the law, a non-individual defendant assimilates the essential characters that make a judicial procedure, in which conventional signs emerge in a logic and rational point of view.
Any ‘character’ imposes a moral obligation, in which the defendant gets entrapped with no way out.
Atonement becomes appearance, which turns into subordination, in the void created by a judicial role that has become absolute in its aiming at redeeming by nullifying.
‘Effectiveness implies that a defender has a dynamic, creative and participating role in the dialectic with a public prosecutor during a trial.’
The role of a defender makes the profile of a defendant precise and clean. The defendant, who does not recognize, or has nullified, his individuality and peculiarities, turns into a recomposed and level form.
His identity is the ‘law’.
The effects of the role of the defence take on and change the subjectivity of a defendant, and apply an all-embracing language-dialectic in the judicial farce, thus leading the missing parts to a totalizing rehabilitation.
The recomposed parts expropriate any fibres of the individual and catalyze the adaptation to reconciliation perspectives in a mechanistic way, reconciliation which represents a synthesis of significance.
The result is the privation of ‘interior revolt’ and abandonment to the ‘nothing’.
Conciliation is permanent.
Now the defender, invasive like a pathogen, assumes the humus of the subject, in a total removal of all singular ‘characters’, and stabilizes himself.
The methodological articulation of the ‘compromise’ is viewed as fundamental.
‘Between what is declining inside him and around him
And what enhances him
The wind of a catastrophe is passing.’
P. Klossowski
The vivisection of conscience represents the concept of ‘reason’ in an obvious metaphysical-rational activity.
The effectiveness of reason, dissected, goes back to a reduction-representation, in a subject whose expression becomes a faithful intersection of that dissection.
The rejection assimilated by the voice of conscience, which dissects, deprives the individual of his essence and peculiarities, leading to a goal-truth as a global concept of the ‘voice’.
This ‘voice’ exposes a moral logic that expresses the value of the world according to categories, which are the results and the perspectives of utility, determined in what has to be determined.
Built by conscience, values are derivations of the maintenance of human form-dominion.
By projecting formal data and concepts-orders, the law acquires the right to exist.
Renouncement becomes virtue.
The virtue of this renouncement comes in as necessity in the subject, in a dissected psychological state.
Morals put the individual in a corner, and the individual takes the blows without realizing his subjection.
The voice of conscience expresses itself by ‘saying’:
‘The universal values of man are my values, are fundamental values.’
The common value of the law represents logic understanding, which confers a ‘right’ of existence to universal values.
The right of defence
‘Defence is an inviolable right in every state and degree of a procedure.’ (Art 24 of the constitution).
‘Contrary to what is commonly thought, a defendant is not the object of the punitive stance of the state, nor is he a mere passive subject of this stance, but he is a real subject in the trial, to whom the law recognizes some rights and powers (rights of a defendant).’
The base of judicial discipline demands, by affirming itself, simplification and reduction, and the interpretative deconstruction of the individual. It marginalizes the expression of any existential specificity thus reducing deaf expression to a death form.
The effects of ‘self-defence’ express the symptomatic manifestation of a disease of the spirit, where the elements of expression are chained to moral substance, which leads to the symptom of ‘mending oneself’, as a sign of reason.
These values inhibit the annihilator input, and become the hegemonic logic of the law.
In a perspective of reconciliation, the reason re-emerges, a reason that gives sense to renouncement and extinction of the will of strength.
From an ethical point of view, conciliation is a ‘track’ of the conventional sign of the ‘right of defence’.
A trauma is resolved in a conciliating agreement.
To adapt oneself gives sense to things, in what is affirmed and accepted in the conscience-existence.
What is necessary is desirable.
Moral suppuration prevails.
‘Democratic constitution, being founded on laws, ensures true freedom and harmony, provided that citizens do not harm one another and learn to adapt to life in common, inspired by harmony’ iii
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i Will to Power, F.Nietzsche
ii ‘It is not by chance, Cerberus watches the doors of your personal inferno where no one can enter
and from where nothing comes out’ (see ‘Cattive Passioni [Bad Passions], Edizioni Cerbero.
iii Die fragmente der vorsokratiken, H. Diels W. Franz
Federico Buono: Frammento _ Le Impugnazioni
“L’uguaglianza del “diritto” è proprio un fantasma, perché
il diritto non è né più o meno che un’autorizzazione, cioè
Intro_Il labirinto del diritto
In una continua ricerca dell’inferno personale, Cerbero2, penetra come l’epicentro di una emanazione eretica: Impulsivo, istintivo, immorale: una cattiva passione.
Introietta nello spirito libero/l’anarco nichilista, la non_forma, in un circolo continuo dove nasce e muore ogni cosa…
Nel mondo di Cerbero, ci si nutre dei cadaveri dell’umanità intera.
I cancelli rappresentano l’ignoto, e oltre nessuno entra e nessuno esce.
La metafora affonda ogni dato formale, e inasprisce e rende inesplicabile, il segno_significato.
In una continua ricerca del non_valore, lo spirito libero/l’anarco-nichilista, rileva
L’Anarco-Nichilismo4 è un eccezione errante.
Il labirinto è intricato e complesso, del mostro morale giudiziario, ed esplica i suoi fili, che imprigionano l’individuo che muta “forma”, in un soggetto imputato.
Nei segni convenzionali di un “giusto giudizio”, lo spirito libero/l’anarco-nichilista sperimenta e nega,fino a frantumare il diritto_dovere.
La strada è in salita, in una infinita esplorazione della situazione limite e della coerenza
Circolo in flusso e riflusso, nel labirinto ci sono i detriti di questo frammento.
“Che cos’è il sentimento della mancanza di valore, quando si comprese che non è lecito interpretare il carattere generale dell’esistenza né con il concetto di”fine”, né con il concetto di “unità”, né con il concetto di “verità”.
Con ciò non si ottiene e raggiunge niente, nella molteplicità dell’accadere manca un’unità che permei il tutto; il carattere dell’esistenza non è “vero”, è falso..
Non si ha assolutamente più ragione di favoleggiare un mondo vero..
Insomma le categorie “fine”, “unità”, “essere”, con cui avevamo introdotto un valore nel mondo, ne vengono da noi nuovamente estratte-e ora il mondo appare privo di valore..”6
Le Impugnazioni
Nozione e principi
“L’impugnazione è il rimedio attribuito alle parti, per rimuovere uno svantaggio nascente da una decisione del giudice”
L’allocuzione stabilisce l’allineamento.
Nel messaggio che dà il segno_convenzione in un intricata correlazione_compensazione.
L’annessione di una delibera è la similitudine del soluto:
Intrinseco nella risoluzione è la somma dell’effetto.
L’imputato è modulare a una modifica in una modalità meccanica.
La concatenazione è la risoluzione, attraverso un fatto risolutivo del “risolto”.
Messaggio cifrato:
Pensare a cosa fare, per dare al “fare”, un fatto, nella risoluzione del “risolto”?
L’imputato in uno stato embrionale rileva l’inespresso in un detrimento del determinato.
Ritorna la logica_consequenziale:
Esprimo_imprimo.
Deduco_ottengo.
Riduco_semplifico
“La logica,vuole sempre una cosa e non pensa che esistano molte logiche. Non c’è un Uno,
bensì una tendenza all’unificazione; e quante cose tendono in diverse direzioni. La logica
non ha fondamento.
Dei suoi quattro assiomi, l’uno preferisce questo, l’altro quello, un assioma lotta e si fonde con l’altro,giacché uno solo non è capace di fare un passo avanti; la logica è una gigantesca eccezione, è un teorema di Pitagora, un “monstrum“.7
[or-gà-ni-co] al [co-di-fi-cà-re]_deco_difica_tivo organico:
“L’impugnazione dà luogo a un nuovo grado del procedimento penale, nel quale con maggiori garanzie funzionali soggettive, si controlla e si rinnova la fase processuale e anteriore.”
La disposizione ordinaria del codificare, compone la disciplina della logica_consequenziale:
Una direttiva dispone l’ordine.
Il pratico è la funzione, come l’organico è il positivo del razionale.
Il pratico protegge è certifica la funzione.
La funzione metodica riflette il funzionale, che dà alla logica il riflesso del positivo.
La disposizione afferma la funzione pratica razionale della conseguenza funzionante.
Un meccanismo pratico diventa la finalità.
La locuzione di logico è consequenziale.
Il verificare il contenuto razionale, accerta e accentua un procedimento, dove l’imputato
è il contenitore vuoto.
Il riciclo è il riflusso del verificabile.
“La legge, ha l’intento di procurare vantaggio all’esistenza degli uomini, ma può procurarlo soltanto, quando gli uomini stessi vogliono adattarsi alle condizioni, vantaggiose.
Infatti la legge mostra la propria efficacia a coloro che accettano di obbedirle.”8
Specie di impugnazioni
– L’Appello
– Il ricorso per cassazione
– L’istanza di revisione
Classificazione dei mezzi di impugnazione
a) Di merito e di legittimità
“Con i primi viene richiesto al giudice di valutare la giustezza della precedente decisione, eventualmente sostituendola, anche attraverso una preventiva ricostruzione dei fatti (appello art .593)“
L’invocazione esige la richiesta nel ricollocare la richiesta del voluto.
Il voluto richiede il riporre la richiesta nell’invocazione e la richiesta rafforzata ricompone il chiaro segno dell’invocazione.
La classificazione calcola nel bilanciare valutando la classificazione dell’obiettivo.
L’equilibrio è l’alibi comprensibile che dà all’imputato un motivare_l’adeguarsi.
Il precetto del decifrabile è l’arbitrio definitivo del determinato.
La riproduzione del surrogato del voluto, calcola in maniera preliminare, e lo identifica in una costruzione_artefatta.
La scomposizione è il legittimo attributo all’invocazione.
“Se l’annunciante che nel suo manifestarsi rinvia al non manifesto è inteso come qualcosa
che scaturisce dal non manifesto stesso ed è da esso emanato, in modo tale che il non
manifesto sia concepito, come non mai manifestabile per essenza, in questo caso apparenza
significa produzione o prodotto, tale però da non esprimere l’essere autentico del producente;
Apparenza nel senso di “semplice apparenza”.
L’annunciante così prodotto manifesta certamente se stesso, ma in modo tale che, in quanto
emanazione di ciò che annuncia, lo vela costantemente in se stesso.”9
[ri-com-pèn-sa] e [ri-scàt-to]_ricompensa è riscatto:
“Con i secondi la cognizione del giudice è limitata alla valutazione della sussistenza o meno di errori nell’applicazione della legge sostanziale o processuale, con conseguente potere di annullamento della decisione imputata (cassazione art. 606).
Circoscritto in un contenuto controllato.
Critica della considerazione nel calcolo.
Il restrittivo_restringere, dà alla considerazione, l’assoluto nell’esaminare l’argine condizionato.
L’imputato esige l’esaminatore:
L’implicito procede nel determinato.
Consacrato nell’effetto voluto, l’imputato diventa una derivazione decifrabile di una determinazione.
Il disegno sintattico della sintesi normalizza la derivazione.
“Bisogna però sapere che la guerra è comune a tutte le cose, che la
giustizia è contesa e che tutto accade secondo contesa e necessità.”10
B) Ordinari e straordinari
“Con i primi viene impugnata una decisione non
ancora definitiva (es_l’appello, il ricorso per cassazione).
Con i secondi viene ad essere impugnata una decisione
che ha acquistato il carattere o della definitività, sicché è
strumento assolutamente eccezionale, in quanto vulnera
il principio della intangibilità del giudicato.
Ne sono esempi la revisione (art. 629) e la richiesta di revoca
della sentenza di non luogo a procedere (art. 434).
Essere nell’essenza.
Apparente in un circolo ritornante.
La chiave è l’acquisizione dell’apparente
ritornante, che si tramuta nell’essenza dell’essere.
La chiave è l’indissolubile specificazione che permane
in/nel deflusso del definito.
Conseguenza_permanente:
Meccanismo_Ordine_Formazione:
Il dispositivo automatico è un flusso costante
che muta e ritorna determinato in una disposizione.
Il ruolo disposto compone e composto in/nella disposizione organica:
Costruzione composta in una struttura espressiva_omnicomprendente.
La misura calibra l’eccezione in un’ordinata_analoga categoria della remissione.
La remissione cataloga l’anomalia in un rituale.
La somma quantitativa, quantifica, la quantità, in almeno quanto.
Il principio astratto muta:
Concreto fondamento_procedurale.
“Secondo la concezione borghese, un uomo “libero” è essenzialmente elemento
di una macchina sociale, ed ha solo un certo numero di libertà codificate e circoscritte;
Libertà che sono disegnate per servire i bisogni della macchina sociale, più che quella
dell’individuo.
Così l’uomo libero “borghese”ha la libertà economica perché promuove la crescita e il
progresso;
Ha libertà di stampa perché la critica pubblica limita il comportamento scorretto dei leader
politici;
e ha diritto a un giusto processo perché la carcerazione per un capriccio di un potente è un
C)Devolutivi e non devolutivi
“Nei primi la cognizione del giudice dell’impugnazione è limitata ai punti della decisione
indicati nei motivi di impugnazione (art. 597, in tema di appello)
Una valutazione complessa coagula l’esaminatore
nell’esaminato:
Atto circoscritto in una costrizione.
La norma è il risoluto deliberato.
L’imputato legittima l’invocazione sottoponendosi
a un’autopsia.
Mo_de_rativo:
“Nei secondi la cognizione del giudice di gravame non è
limitata a specifici motivi (art. 309, c. 9., in tema di riesame
di misure coercitive).
Una marginale costruzione nella ricerca dà un peso
specifico all’esaminatore.
La modularità moltiplica, nella specificazione di un’invocazione
il fondamento_positivo.
L’imputato riproduce l’elemento del definito, definendosi definito.
“A ogni realizzazione del mondo si contrappone dialetticamente un processo
altrettanto significativo: quello con cui si priva il mondo di senso.
Attraverso il metodo logico non si può pervenire a una unificazione di tutta la
realtà, e la validità del fenomeno logico è enormemente limitata.
Ma proprio per la debolezza dei suoi assunti, esso è appassionatamente difeso
dall’uomo.
Con la logica non si fa che eliminare caratteri e fatti scomodi, difficilmente adattabili;
Essa rappresenta una riduzione del reale, a favore di soluzioni congruenti, una selezione
con cui attingere una continuità senza attriti.”12
D) Incidentali
“Sono quelli utilizzati non per impugnare la decisione
conclusiva di un grado di giudizio (sentenza di primo
grado di appello), bensì per impugnare provvedimenti
diversi, dalle sentenze, adottati nel corso del procedimento
(riesame contro l’ordinanza che applica una misura coercitiva
art. 309).”
Autopsia e invocazione:
Invocando un’autopsia
“Premettendo”, la premessa completa l’epilogo:
Riemerge e ritorna in una premessa, l’essere_essenza, in un epilogo premesso.
Fase_classificazione:
Autopsia in base, a una base premessa.
Rito e forma ordine della prassi.
Ordine_Struttura_Sistematicità:
La “misura”, misura il fato, fatale all’imputato.
“Io però non sono colpevole” disse K.
“è un errore, come può mai un uomo
in generale essere colpevole.
Qui siamo pur sempre tutti uomini, gli
Forme e termini
“L’impugnazione comprende tanto la manifestazione
di volontà diretta ad ottenere una nuova sentenza,
quanto i motivi che inducono tale richiesta.”
Contenuto dell’atto.
L’Atto scritto deve contenere (art. 581):
– L’indicazione del provvedimento impugnato
– La data dello stesso
– L’indicazione del giudice che lo ha emesso
– L’indicazione dei capi e dei punti della decisione che si intende impugnare
– Le richieste che intendono formulare
– I motivi di impugnazione, con specifica indicazione delle ragioni di diritto e degli elementi di fatto che sorreggono la richiesta
Ritornante nell’effetto la ricerca ricicla nel riflusso coagulandosi in esaminato.
L’imputato assimila evidente la quantità in quanto “delibera” determinata.
Disponendo il determinare l’evidenza è disposta è assimilata.
L’apparato attitudinale dispone componendo la fase esaminata assimilata.
Un dogma è analogo al principio:
Conseguenza in modulare della potenza in un motivare nello scopo evidente:
Costruire_Edificare_Erigere
Un interrogativo invita a un’invocazione?
L’imputato racchiude un certificato in un contenuto “certo”:
La formula esprime il contenuto in un certificato.
L’esaminatore struttura la “struttura” nella propria espressione di un’esigenza.
“Il mio compito non deve essere il modo in cui io realizzo
l’universale umano, ma come realizzo me stesso.
Io sono la mia specie, sono senza norma, senza legge, senza
[e-si-gèn-za] e [a-spi-ra-zió-ne] : espiazione
“Oltre a tale elementi, richiesti a pena di inammissibilità,
(art 591), l’impugnazione richiede anche una precisa
puntualizzazione delle questioni che si intendono sviluppare,
per cui il giudice superiore non avrà una conoscenza generica
e totale del processo, ma delimitata dalle indicazioni fornite dalla
parte (tantum appellatum quantum devolutum).
Se i motivi non sono di carattere personale, l’impugnazione giova
a coloro,che non l’hanno proposta. (art. 587, effetto estensivo del
L’aspirazione è la necessità che pretende il necessario, in un fragile e limitato contenuto di una pretesa.
Allusione_esigenza della ricompensa_riscatto:
Esigenza plausibile in cui la ricompensa è il riscatto.
Riconoscenza e compensazione si riadattano al corrisposto”voluto”.
L’imputato aspira alla necessità:
Riciclo e esigenza in ordine invocano un preciso rilevamento in un definito, “definito”.
La domanda pone la risposta:
Assimilata reciprocità tra l’esigere definito e l’ordine.
L’imputato esige la comprensione nell’esigere il possesso.
La norma è cifrata in una forma composta:
Esporre_Legittima_Causa
“Lo stesso ubiquitario del tribunale che i suoi uffici quasi in ogni solaio
e al quale si accede anche dalla squallida cameretta di Titorelli, rimanda a
una totalità disgregata, ma pur tuttavia onnipotente e onnivadente, benché
nascosta dietro una inimmaginabile scala gerarchica.
Si potrebbe dire che il tribunale è ovunque e in nessun luogo, quasi come un
invisibile universo concentrazionario, in cui si riflette la stessa ambiguità
costitutiva della legge:
Esso infatti decide fuori di se stesso, al di là delle sue stesse stanze e aule di
L’Appello
Natura dell’impugnazione e limiti di impugnabilità
“L’Appello rappresenta un mezzo ordinario di impugnazione che
si propone contro un provvedimento del giudice con la richiesta
di un nuovo giudizio”
Invocare_derivare
Imputato contiene il contenuto definendosi ,nel controllo:
L’invocazione è la “figura” che si colloca, disponendosi in ordine sistematico.
Il flusso è il deflusso, come la misura è fatalità.
Allusione e osservazione in una domanda e un’esigenza in una logica e un obiettivo.
“Ciò che è il diritto, ciò che in una società è conforme al diritto, viene espresso pure nella legge”16
Soggetti ed atti dell’appello
“Nella sua conformazione tipica, l’appello investe la sentenza dei giudici di primo grado (monocratici o collegiali).
Circa i soggetti appellanti, va detto che per i capi penali della sentenza il diritto all’impugnazione spetta all’imputato e al PM”.
“Il giudizio di appello assai spesso ha carattere “cartolare”b insolvendosi
nella disamina critica delle risultanze probatorie di primo grado,
alla luce dei motivi di impugnazione pur se può essere disposta,
anche d’ufficio, la rinnovazione dell’istruzione dibattimentale,
totale o, più spesso, parziale, a seconda che investa tutto o parte
dell’attività di istruzione probatoria di primo grado (art. 603)
L’appello è esperibile in generale contro tutte le sentenze di condanna o proscioglimento”.
L’imputato esemplifica in un esempio aderente a un esemplare tipico di esemplificazione
Invocazione_Lineare_Legittima
In un supplizio sostiene l’assoluto esaminato in un assoluto completo.
Strumento esaminato in un complesso assoluto.
Concepimento_Invocazione_Categoria
“L’ente il cui essere è la cura non solo si può coprire di colpe
effettive, ma è colpevole nel fondamento del suo essere;
Questo esser_colpevole, costituisce la condizione ontologica della
possibilità che l’esserci, esistendo, diventi colpevole.
Questo esser_colpevole essenziale è cooriginariamente la condizione
esistenziale della possibilità del bene e del male “morale”. cioè della
moralità in generale e della possibilità delle sue modificazioni effettive”.17
Il dibattimento
“Il giudizio di appello può svolgersi secondo due diverse modalità: il rito ordinario,
oppure attraverso la procedura in camera di consiglio (art. 599)”.
“Il decreto deve contenere le generalità dell’imputato, e delle altre parti, l’indicazione
del giorno e del luogo dell’udienza; La data e la sottoscrizione del giudice e dell’ausiliario.
L’indicazione delle generalità dell’imputato e delle parti private è prevista a pena di
nullità (art. 60, c.c.)”.
Il “sistema” si compone, composto nel ripercorrere la composizione:
Speculare il rifluire nel riflusso.
L’imputato decorre nel dare un decorso e ricorre allo schema normativo convenzionale.
“La via che K, intende percorrere come predisposizione
di una strategia difensiva contro il tribunale è condizionata
dall’automeccanica di una logica che si rileva nel suo automatismo
distruttivo, nella sua vuota tautologia come un processo di morte.
L’esitazione dinanzi alla colpa è la condizione di chi permane nel labirinto
e i suoi tentativi di trovare un via di scampo, un’approssimazione anche
se minima ad una “soluzione”, sono condannati a schiantarsi, senza
tragedia, lentamente e fatalmente, vorrei dire morbidamente, contro il
paradosso irrazionale della legge che potrebbe essere vista come la
E) Sentenza
“Il processo di secondo grado sfocia in una sentenza (provvedimento
tipico di definizione di ciascun grado del procedimento), tranne che
ragioni di inammissibilità impediscano, l’esame del merito dell’impugnatore,
imponendo così la forma dell’ordinanza, ricorribile per cassazione (artt. 591
e 605).
Nel labirinto del diritto, “non bisogna credere che tutto è vero, bisogna solo credere che tutto è necessario”.
Il ricorso per Cassazione
Natura e motivi del ricorso
“Il ricorso per cassazione si pone come un mezzo
di gravame indefettibile, in quanto costituzionalmente
previsto contro tutte le sentenze e quei provvedimenti
che incidano sulla libertà personale (art. 111 cost).
La corte di cassazione, quale organo supremo di giustizia
ordinario, ha il compito di assicurare l’esatta osservanza ed
uniforme interpretazione della legge (art. 65 ord. giud.)”.
Il ricorso è ammesso solo per cinque ordini di motivi (art. 606):
_ Esercizio da parte del giudice di potestà riservata ad alti poteri dello stato.
_ Violazione della legge penale
_ Violazione della legge processuale penale, se a pena di nullità, inutilizzabilità, inammissibilità o decadenza.
_ Mancata assunzione di una prova decisiva, ricorrente se l’assunzione è stata richiesta nel corso del dibattimento, e non solo ai sensi dell’art 493. c.p.p.
_ Mancanza contraddittorietà o manifestazione illogica della motivazione che può essere
desunta, non solo dal testo del provvedimento ,ma anche da altri atti del processo specificatamente indicato.
Remissione in reclamo in una remissivaliberazione che reclama la remissione.
La remissione redime un remoto reclamo redatto e decifrabile.
La norma è la dilazione morale dell’imputato.
Il meccanismo classifica meccanicamente nelregolare la remissione che regola un reclamo
decifrabile diluito nella dilazione.
Ordine morale in un “ordine” ordinato.
Conseguenza_Costrizione:
Derivazione in un’adesione consacrata.
Un “numero” quantitativo contrassegna il nulla che utilizza l’utilità.
“Definendosi” defunto in un’autopsia l’imputato dà una definizione al definito “definendosi”.
L’imputato ascende alla definizione di “defunto”.
“La difesa non è un privilegio, è una concessione voluta
dall’umanità, è vero diritto originario dell’uomo e perciò
inalienabile”.19
Il ricorso straordinario
“Il “pacchetto sicurezza”, ha introdotto nel codice art 625 bis c.p.p.
che disciplina il ricorso straordinario per errore materiale o di fatto.
La nuova disposizione consente alla corte, su ricorso del procuratore
generale o del condannato, da proporre entro 180 giorni, dal deposito
del provvedimento, di correggere errori materiali o di fatto contenuti nello
stesso provvedimento”.
La funzione è definita “defunto in definitiva”.
L’Ordine è l’istanza in cui la definizione di “defunto”è definitivamente definibile nella definizione di “definitiva”.
L’allocuzione è definita, definitiva.
La derivazione consequenziale delibera e prevarica sulla definizione nel definirsi.
Confinato in una “derivazione”, l’imputato “defunto in definitiva”, appare come misura in/e fatalità.
“il Castello è già di per sé infinitamente più potente di voi, tuttavia si può
essere in dubbio se uscirà vittorioso, voi però non sapete approfittarne, è
come se, invece, tutti i vostri sforzi tendessero ad assicurare la vittoria al
Castello, quindi, vi mettete improvvisamente a tremare di paura senza alcuna
ragione, nel bel mezzo della lotta, è così accrescete la vostra impotenza”.20
B)Soggetti ricorrenti
“L’imputato può impugnare qualsiasi tipo di sentenza;
Anche quella di proscioglimento, potendo avere interesse
ad ottenere una forma più favorevole (…)”.
Imputato e invocazione
Invocazione è richiedente
Richiedente è espressione
Espressione è obiettivo
“Come forestiero tu, in questo paese ,non hai diritto
a niente, forse qui si è particolarmente severi o ingiusti,
con la gente che viene da fuori, non lo so, fatto sta che tu
non hai alcun diritto(…)
Naturalmente l’influenza delle autorità è grande, ma in fondo
ognuno può decidere liberamente.
Tu invece come forestiero devi accontentarti di quello che ti viene
donato(…);
Forse tu puoi rifiutare il regalo, non lo so esattamente, forse si;
Ma una volta che l’hai accettato, vi grava sopra, e di conseguenza anche
su di te, il peso dell’autorità;
Puoi sbarazzartene solo se essa vuole, non c’è altro modo..”21
C)Procedimento
“Il presidente della corte assegna la trattazione del gravame ad una
sezione individuata secondo criteri predeterminati.
Se le questioni proposte sono di rilevante importanza ,ovvero hanno trovato differenti soluzioni fra le singole sezioni, determinando contrasti interpretativi è possibile, su richiesta del procuratore generale, dei difensori o d’ufficio, l’assegnazione
alle sezioni unite (art. 619, comma 2)”.
“Le esigenze di difesa delle parti private sono assicurate da una serie di disposizioni
previste dagli artt. 611, 612, 613.
L’autopsia del “defunto in definitiva”, viene dissezionata, in una dissezione razionata:
Autopsia cifrata.
Armonia in contrasto:
Antitesi di armonia e contrasto?
Contrasto in/di armonia.
Il contrasto esige in armonia, l’autopsia e l’invocazione.
Defunto definibile in contrasto armonico al definito in definitiva.
Esporre in contrasto espone il “defunto in definitiva” a un’antitesi dell’armonia in contrasto fedele al contrasto in/di armonia.
“L’argomento della difesa conduce a varie indagini: a delineare i
diversi modi con cui essa può farsi: a definire i privilegi che per
buona giustizia essa deve avere: ed accennare i doveri che
D) Sentenza
“Al termine dell’udienza (pubblica o camerale), la corte decide con sentenza
(art. 615 e s.s.)”.
La decisione della corte sarà una sentenza che potrà essere:
_ Inammissibilità
_ Di rigetto
_ Di rettificazione di errori
_ Di annullamento senza rinvio
_ Di annullamento con rinvio
“In senso ideologico, la parola giudizio esprime l’operazione
intellettuale con cui l’uomo congiunge due idee, per rilevarne
Annullamento con rinvio
“Si tratta di un provvedimento di carattere residuale, che viene
adottato tutte le volte che non trovano spazio le decisioni che
abbiamo già esaminato”:
“La legge individua quale debba essere il giudice di rinvio (art. 623)
e quali questioni non possono essere sollevate nel giudizio di rinvio (art. 627).
Si tenga presente che il principio di diritto affermato dalla corte è
vincolante per il giudice di rinvio (comma 3), la cui sentenza sarà soggetta
ai gravami ordinari, ma solo per motivi diversi da quelli già esaminati dalla
cassazione (purché non ci si sia discostati dal principio di diritto affermato
dalla corte)”.
Traslitterazione di itinerario:
La chiave è la formula dilazionata in un percorso con una formula:
Adempiere in un aderente, “aderente”.
La chiave è la spirale codificata di una decifrazione decifrabile.
La domanda è:
La traslazionec della chiave in una formula percorre l’itinerario aderente al suo percorso?
Un vincolo basilare percorre un itinerario che è la chiave traslitterata del positivo.
La condizione rende un vincolo a/in percorso.
“Cosicché società civile, autorità, divieto, pena, giudizio,
sono una catena indissolubile di fatti, che tutti risalgono
ad un sommo principio comune a tutti loro_la necessità in
cui è posta per la sua destinazione la umanità, che sia
tutelato il diritto.
Necessità derivante non dall’ordinamento politico, ma dalla
legge naturale dell’uomo, la quale è prima causa assoluta di
tale ordinamento.
Intuito dell’autorità civile è di frenare la violenza degli individui:
intuito del giure penale è di frenare la violenza del legislatore:
intuito degli ordinamenti procedurali è di frenare la violenza dei
magistrati: le quali tre forme di violenza (come già osservava Bacone),
sono tutte ugualmente nemiche del diritto, e perniciose ugualmente”.24
La revisione
A)Nozione e casistica
“Si tratta di un mezzo di impugnazione straordinario, idoneo a
travolgere il giudicato (solo quello di condanna), esperibile senza limiti di tempo (art.629)”.
“L’eccezionalità dello strumento giustifica la tassatività di revisione (art. 630).
_ Inconciliabilità dei fatti posti a fondamento della condanna con quelli di altra sentenza irrevocabile.
_ Sopravvenuta revoca della sentenza pregiudiziale civile, o amministrativa, posta a fondamento della condanna.
_ Sopravvenienza di prove nuove che sole o unite a quelle già valutate dimostrino che il condannato deve essere assolto.
_ Condanna conseguente a falsità in atti, in giudizio o ad altro fatto previsto dalla legge come reato (es. falsa testimonianza).
L’ideogramma concettuale regola la “regola” in un ordinario che ricorre a un ordine.
Condizione definita in un argine assoluto.
Il confine_barriera in un ideogramma nel confine di un concetto nel regolamento in un argine ricorrente del confine assoluto.
La giuria pone un dogma:
Ideogramma in un ordine formato è in remissione.
Condizione: concetto: ricorrente: confine: assoluto:
La radice di “supplica” è postulante:
Postulante in una remissione di reverenziale supplica.
La giuria dispone la remissione in un ideogramma che
ha nella radice “supplica” il suo dogma il postulante
ha una radice nella radice “dogma”?
“In altri termini la volontà umana in quanto libera, diviene colpevole
nel momento in cui viola la legge e, pertanto, è naturalmente giusto
che l’ordine giuridico violato debba essere idealmente reintegrato
mediante la pena che restituendo al colpevole, male per male,
quindi retribuendo con il corrispettivo proporzionato castigo
la malvagità dell’individuo, rappresenta l’unico mezzo idoneo
a cancellare la violazione della legge”.25
B) Legittimazione e procedimento
“La domanda è sottoposta ad una preventiva deliberazione di fondatezza,
effettuata sulla base delle deduzioni contenute nella istanza”.
“In caso di valutazione favorevole, la corte d’appello può innanzitutto
sospendere l’esecuzione della condanna (art. 635); procederà quindi alla
trattazione delle questioni sollevate, assumendo le prove eventualmente
necessarie. La decisione, con i provvedimenti conseguenti (art. 637 e s.s.),
potrà formare oggetto di ricorso per cassazione”.
Un codice articola in maniera deducibile la radice “postulante”
L’invocazione pone un quesito:
La radice “postulante” è subalterna
al quesito posto, o il postulante ne determina l’acquisizione in un codice articolato nella radice “supplica”?
La radice postulante è la norma fedele nel codificare ferale con fatale.
La radice supplica è la cerimonia fedele nel decodificare fatale e ferale.
Ricorrente stagnazione:
La codificazione della radice postulante decodificata codifica
la radice supplica codificata che decodifica fatale e ferale.
Ferale è codificato decodificando fatale che codifica decodificando la cerimonia fedele alla radice postulante fedele alla radice supplica.
La giuria decodifica la codificazione decodificata codificando la cerimonia fatale al postulante in una supplica
“È un errore, come avvertiva Berrier, lo annettere un’idea di disuguaglianza fra accusatore e difensore.
Se il pubblico ministero rappresenta la società nello interesse della punizione
della colpa, il difensore rappresenta la società nello interesse della innocenza.
Ambedue sacerdoti della giustizia ,sono alla discussione indipendenti,
l’uno dall’altro, dipendenti entrambi dalle leggi, dalla loro coscienza, e
dall’autorità del tribunale.
È questa verità che deve ricordarsi da tutti; perché chi avvilisce la
curia avvilisce la magistratura disse egregiamente lo illustro Musio,
che anche la difesa è pubblico ministero; è così pronunciò una parola
gravida di verità altissima e eterna, nel suo discorso al senato, che
meriterebbe di essere impresso a lettere d’oro”.26
La detenzione cautelare ingiusta
“La presunzione di non colpevolezza sino alla condanna,definitiva,
dettata, dall’art. 21 comma 2 cost., rafforzata dalla presunzione
di innocenza prevista dalla convenzione per la salvaguardia
dei diritti dell’uomo (art. 6,comma 2), priva la carcerazione di ogni
giustificazione teorica”.
“Tuttavia le esigenze di tutela della collettività e quelle strumentali
della celebrazione del processo richiedono talvolta
la compressioned del diritto di libertà individuale,
anche se il rischio di tale scelta è che un cittadino,
potenzialmente innocente, venga assoggettato ad
una pena, che poi il giudizio potrà rilevare infondato”.
La giuria pretende e depone l’invocazione.
Inno all’invocazione:
Cura e astinenza
La giuria dona l’invocazione:
Aspirazione al necessario
L’Invocazione pone e procede, deponendo alla giuria un inno di invocazione:
Molteplice partecipazione alla cerimonia di castità.
L’invocazione depone, procedendo alla cerimonia in una funzione di casta e castità.
“…esistevano obiezioni, che fossero state trascurate?
Certo, che esistevano. La logica è inoppugnabile, ma a un uomo
che vuole vivere, non resiste.
Dov’era il giudice? Dov’era l’alto Tribunale?
Devo parlare. Alzo le mani”.27
B) L’errore giudiziario
“Per errore deve considerarsi quello che oltrepassa la soglia
del giudicato e che viene rimosso con lo strumento della revisione”.
“In caso di decesso del condannato, anche prima della revisione,
il diritto alla riparazione si trasferisce al coniuge, ai discendenti
ed ascendenti, ai collaterali, entro il primo grado (art. 644).
Gloria alla giuria:
Reversibile nel definibile
definito “ferale” in un fatale “oltretomba”.
L’Illusione definibile in un limite
deferente al defettivo.
L’oltre tomba illude “l’illusione”
in un’illusione in un ideogramma della radice “postulante”
radice di “supplica” in un fatale e ferale codice
codificato che decodifica l’invocazione casta
che diventa la “casta” della giuria
che codifica codificando la codificazione decodificata
di un invocazione:
Gloria alla giuria!
“La difesa è pure atto necessario al giudizio, poiché il cittadino accusato
si vuole spogliare di un suo diritto in pena di un maleficio che gli si obietta;
ora ogni diritto porta seco per legge naturale il necessario contenuto
della facoltà di tutelare. il suo diritto mediante l’uso della forza contro un
aggressione violenta; Così gli dà la facoltà di tutelarlo con le armi
della ragione contro un attacco giudiziario”.28
Federico Buono
Edizioni Cerbero
_______
b- Di diritto strettamente legato a un documento, tanto da non poter essere esercitato né trasferito ad altri senza il possesso del documento a cui esso è collegato.
1 – Trasferimento ad altro luogo o spostamento ad altra data.
2 – Trasporto di reliquie.
3 – fis. Spostamento nello spazio di un corpo rigido che mantiene costante la sua orientazione rispetto a un sistema di riferimento.
4 – geom. Trasformazione di una figura che ne sposta tutti i punti nella stessa direzione e alla stessa distanza.
2 – “Le ragioni e la necessità di affrontare con impegno e la riedizione di testi-teorico pratici
sotto il nome di Edizioni Cerbero ha per principio riflessivo la maturazione individuale libera delle cattive passioni quelle passioni personali uniche ed egoiste che fanno da perno al libero arbitrio e al relativismo, ricacciate dalla società come rovina dell’ideale di un’umanità convivente. Partendo da questo amorale incipit, tendere e portare avanti proposte
anarchiche-nichiliste per colpire il costituito “altare del bene e del male” gene delle galere e degli applausi nei teatri di stato, degli inferni e dei paradisi, dei premi e del privilegio, fino alle punizioni perpetuate dai cani delle leggi accresciuti sull’edificazione di Stati o di
Società ideali.” “Cattive passioni” Ed.Cerbero
3- “Io solo decido se il diritto è in me; fuori di me non esiste alcun diritto, se per me va bene, allora è giusto. E’ possibile che per gli altri ciò non vada bene; questo è affare loro, non mio. Essi possono difendersi, e se per l’intero mondo non andasse bene, ma fosse per me la cosa giusta, cioè se io la volessi, non mi preoccuperei, per nulla dell’intero mondo.
Così si comporta colui che sa stimare se stesso, ognuno il suo grado, del suo essere egoista, perché la forza è superiore al diritto, e certo – con pieno diritto”. Parte seconda “Io”, da “L’unico e la sua proprietà“, Max Stirner.
4 – “Non saremo dei figliol prodighi sottomessi soltanto alla trasgressione giovanile ne tanto meno dei Raskol’nikov da quattro soldi, uccideremo la vecchia usuraia e sua sorella con tutto ciò che è in nostro potere e affronteremo ciò che ne consegue, supereremo il diritto di decidere cosa è bene e cosa è male, strappando con forza le spine della rinuncia senza cedere al senso di colpa instillato dal cristianesimo. Non tenderemo mai i nostri polsi volontariamente ai grandi inquisitori, ma bensì ci lanceremo nell’abisso dell’inconscio per riconquistare l’Io, ripiombando nel vuoto e nel buio sapremo guardare in faccia la realtà materiale e non ci impiccheremo come Smerdijakov se non per nostro volere, o non
cadremo nella febbre cerebrale, una febbre fredda quella della pazzia e del senso di colpa, la stessa febbre del genio filosofico del “tutto è permesso” immortalato in Ivan Karamazov. No, la metafisica e tutta la teologia del vescovo di Roma è mossa ad annichilire l’unico, il nulla, il creatore, L’Io.” – “Cattive passioni-IL DIRITTO DELL’IO dall’Anti-Cristianesimo” Maurizio De Simone, Edizioni Cerbero.
5- “Sapete che andiamo a morire? Viva la morte!“. Esclama Raymond. “Distribuisce a tutti i soci del cianuro, fornito poco prima da David. Meglio crepare che farsi prendere, niente feriti, niente prigionieri. O cadaveri o uomini liberi: non c’è via di mezzo“. “Viva Raymond! Viva l’Anarchia!“.urlano; “La Banda Bonnot“, B.Thomas.