da L’Incarcerato
Le parole sono importanti, ma la Storia ancor di più. In questi decenni abbiamo avuto un lavaggio del cervello costante, sono usciti fuori dal cilindro personaggi disgustosi che hanno tratto dall’antiberlusconismo la loro linfa vitale. Hanno “approfittato” dalla casta politica corrotta e dei naturali malumori della gente per instillare la loro logica perversa del legalitarismo.
Sono riusciti a cambiare la connotazione dei valori di sinistra , sono riusciti a trasformare la giustizia sociale, in quella penale. Hanno approfittato della battaglia della destra Berlusconiana contro i Giudici, per renderli quest’ultimi dei martiri. Hanno fatto credere che il Potere, quello giudiziario, fosse buono.
Hanno approfittato di Falcone e Borsellino per dire che la “legalità” è un valore assoluto. Hanno approfittato del DNA giustizialista degli italiani per rafforzare la repressione, il carcere duro, il 41 bis, le leggi.
Hanno approfittato della lotta alla mafia per rendere lo Stato ancora più brutale e comunque hanno fatto credere che servire lo Stato vuol dire stare dalla parte buona. Mentre storicamente è accertato che Stato e antiStato è una menzogna universale. Chi ha studiato le origini delle Mafie sa che queste ultime sono state alimentate dalle Istituzioni stesse.
Prendiamo ad esempio i funzionari “condannati”(per modo di dire) per i fatti vergognosi della Diaz. Riporto la dichiarazione del ministro Cancellieri :
“Altissimo il prezzo da pagare perché perdiamo alcuni nostri uomini migliori. Sarà difficile sostituire un investigatore come Francesco Gratteri che ora è il direttore centrale – spiega -. Ho il rammarico che debba andare viaGilberto Caldarozzi, il capo dello Sco, il servizio centrale operativo. Loro sono quelli che hanno preso Bernardo Provenzano. Grazie a loro abbiamo arrestato l’attentatore di Brindisi”.
Bene un giorno chiediamoci a che cosa siano servite queste “brillanti” operazioni come l’arresto di Provenzano. Chiediamocelo perchè egli era stato protetto per 50 anni dallo Stato e poi lo si è arrestato per il semplice fatto che servisse un cambiamento di comandi nella mafia.
Questi “eroi” tanto osannati non sono schizofrenici: sono sempre le stesse persone che hanno ordito massacri come quello del G8. Anche De Gennaro, ovviamente assolto e promosso come sottosegretario ai servizi segreti, è considerato uno degli uomini migliori che “lotta” contro la mafia.
Il legalitarismo professato da questi squallidi guru della disinformazione (un nome a caso: Travaglio) ha portato a rafforzare tutto questo. Sono riusciti a deviare i veri obiettivi, spostando il malumore dei tanti “attivisti” verso altri lidi. E mettendo ai margini gli anarchici e comunisti libertari.
Ieri c’è stata la sentenza della Cassazione verso i ragazzi che parteciparono alla contestazione del G8, hanno condannato tutti quanti: Pesanti condanne – la più alta a ben 14 anni di reclusione – inflitte a dieci persone per aver, forse – perchè le testimonianze e le prove sulle responsabilità materiali di ognuno dei condannati sono assai labili e lacunose – spaccato una vetrina o bruciato un cassonetto o lanciato un sasso.
Nel dettaglio, la prima sezione penale della Corte di Cassazione, dopo sole tre ore di camera di consiglio, ha infatti annullato con rinvio, limitatamente al diniego delle attenuanti, la sentenza della Corte d’Appello di Genova che aveva condannato Carlo Arculeo e Carlo Cuccomarino a otto anni di reclusione, Luca Finotti a dieci anni e nove mesi, Antonino Valguarnera a otto anni e Dario Ursino a sette anni. Per questi cinque imputati, i giudici d’appello genovesi dovranno riesaminare il caso esclusivamente per quanto riguarda la mancata concessione delle attenuanti. La Cassazione, inoltre, ha diminuito la pena inflitta a Luca Finotti, Marina Cugnaschi (dodici anni e tre mesi), Vincenzo Vecchi (tredici anni e tre mesi) e Francesco Puglisi (quindici anni), annullando senza necessità di rinvio la condanna esclusivamente per il reato di detenzione di bottiglie incendiarie, che ha ritenuto assorbito nel resto delle contestazioni. Per Puglisi, dunque, la pena è stata diminuita di un anno, per Finotti, Cugnaschi e Vecchi di nove mesi ciascuno. Confermate, invece, in toto le condanne inflitte ad Alberto Funaro (dieci anni di reclusione) e Ines Morasca (sei anni e sei mesi), i cui ricorsi sono stati rigettati.(fonte: OSSERVATORIO SULLA REPRESSIONE).
Sono stati condannati ragazzi che durante questi undici anni hanno trascorso una vita, si erano costruiti qualcosa, affetti, lavoro, attivismo. Condanne ridotte solo di qualche mese. Immaginate chi dovrà scontare ben quattordici anni di galera: una vita distrutta.
Il Pm voleva che si confermasse un totale di UN SECOLO di anni. L’uomo togato è così: senza coscienza, senza anima(De Andrè in una sua canzone spiegò il perchè “ha il cuore troppo vicino al buco del culo”) e tutto lo fa in nome della maledetta LEGGE , in nome della legalità. E non sono gli unici ragazzi ad essere distrutti dal Potere Giudiziario, ma come ben sapete ce ne sono tanti altri. Anche gente normale che è incappata in altre inchieste fatte per riequilibrare gli assetti di potere.
I Pm sono delle pedine, che a sua volta utilizzano altrettante pedine. Tutto per rafforzare il Sistema.
Prima di lasciarvi, un po’ di Storia. E vi riporto all’antica Grecia.
Ad Atene nel 399 a.C. . La polis si era appena liberata dal cosiddetto regime dei Trenta Tiranni. La democrazia restaurata era travagliata da tensioni interne, da un difficile rapporto con Sparta che aveva appena vinto la guerra e che era stata lo “sponsor” della tirannia, da una profonda frustrazione e voglia di rivincita. Il popolo, “democraticamente” e in nome della “legalità” pretendeva un capro espiatorio. Venne quindi denunciato Socrate, che Platone definì l’uomo più onesto fra quelli del suo tempo. Nonostante Socrate si fosse opposto e non avesse voluto partecipare ad alcune azioni dei
Trenta, venne comunque condannato a morte. Questo crimine contro la filosofia – come lo definirà Aristotele – ci ricorda molto da vicino quanto avviene nella nostra società attuale . Non tanto per
il parallelismo fra Socrate e i nostri intellettuali perseguitati (che non esistono più), quanto piuttosto per il parallelismo fra i giudici che hanno condannato Socrate e i nostri. I giudici di Socrate erano
dei democratici, dei combattenti contro la tirannia dei Trenta. Lo stesso i Pm di oggi. Immaginate il giudice Caselli stimato dai professionisti dell’antimafia. Lui che combatte la mafia è colui che fa arrestare alcuni militanti NO TAV per associazione eco-terroristica.
ps vi invinto a leggere l’intervista a Di Pietro, quell’altro uomo osannanto e legalitario. Leggete e poi, magari, riflettete: QUI