Un altro sproloquio sulla democrazia? Ancora?
Ebbene si, vogliamo provare a riflettere, su cosa sia
la democrazia e se sia effettivamente possibile, e in
questo caso se sia anche, non dico giusta, ma accettabile,
visto che è sbandierata come esempio assoluto
di tolleranza, accettazione, eguaglianza e tutta l’ipocrisia
collettiva che ne recinta lo steccato.
Etimologicamente, il termine democrazia, significa
“governo del popolo”. Ma può essere realmente, una
democrazia, il governo del popolo? A livello teorico
per mantenere un significato del genere, implicherebbe
che tutto il popolo prendesse insieme le decisioni
che riguardano se stesso.
Ciò potrebbe essere applicabile solamente a una comunità
limitata o comunque a una ristretta cerchia di
persone o a un territorio, in ogni caso, abbastanza ristretto,
al contrario che in un territorio più ampio, in
una metropoli o anche semplicemente in una città di
medie dimensioni. Ciò risulterebbe impossibile e impraticabile;
la democrazia si trasforma quindi in democrazia
rappresentativa, ergo la fine di ogni libertà
individuale e collettiva.
Come funziona la democrazia rappresentativa? Funziona
che qualcuno si candida (quasi sempre gli stessi,
quasi sempre gente della classe dominante e via
così) e il popolo è chiamato a votare chi, tra i candidati,
dovrà ordinargli cosa fare, il tutto secondo il
concetto della maggioranza che vince sulla minoranza.
Insegnamento contemporaneo: nessun sfruttamento
può essere liberato da un rappresentate, perché
è patetico un rappresentante della classe dominante,
quanto uno del proletariato diceva qualcuno…
Il problema, appunto, è proprio la rappresentanza…
Chi viene eletto rappresenta realmente la maggioranza
della popolazione? Molto probabilmente no, dato
che non tutti hanno diritto al voto (c’è una soglia di
età, bisogna essere cittadini, residenti, avere la nazionalità…);
ma allora rappresenta, almeno, la maggioranza
di chi ha diritto al voto? Probabilmente
nemmeno questo, dato che di chi ha il diritto al voto
va a votare solo una parte e soprattutto oggi, dove
l’astensionismo è sempre più elevato.
Allora non rappresenta neanche la maggioranza dei
votanti effettivi? In effetti no. Anche assumendo che
in tutte le votazioni non ci sia stato nemmeno un
broglio, in ogni caso il candidato si basa su un programma
che ha fatto (che oltretutto non rispetterà
mai) e comunque amministra e governa in base ai
suoi interessi e al suo pensiero (che non può e non
potrà mai rappresentare nessuno, proprio per la caratteristica
intrinseca del pensiero che è, o per lo
meno dovrebbe essere, unico e diverso da persona a
persona).
La democrazia può diventare diretta?
La democrazia diretta funziona così: le decisioni le
prende effettivamente la popolazione tramite assemblee
popolari e voto palese, per evitare appunto
eventuali brogli. Tutto ciò diventa dunque fattibile e
attuabile, certamente lento e un po’ macchinoso e ingegnoso
ma fattibile e attuabile, in una ristretta cerchia
di persone, in una comunità, in una cittadina di
piccole dimensioni, in un territorio non eccessivamente
vasto e popolato.
Diventa quindi effettivamente il governo della maggioranza,
nel senso che ogni decisione viene presa
da tutti secondo, appunto, il criterio della maggioranza.
Ma il governo della maggioranza, anche se la
maggioranza è sempre in cambiamento dato che non
deriva da un voto che dura per anni ma varia da decisione
a decisione, rimane comunque il governo, e
quindi un’imposizione, di una parte di popolazione
sull’altra. Anche in questo caso, quindi, non sarebbe
effettivamente un governo del popolo, e quindi non
sarebbe effettivamente democrazia.
Qualcosa di diretto, quindi libero ed uguale, può veramente
avvenire senza una rottura netta con questo
sistema di morte?
Ora, la democrazia oggi, è giusta, o quantomeno è
accettabile?
A questo punto, ci saltano in mente due cosucce dette
da Errico Malatesta:”Se la democrazia potesse
essere altro che un mezzo di ingannare il popolo, la
borghesia, minacciata nei suoi interessi, si
preparerebbe alla rivolta e si servirebbe di tutta la
forza e di tutta l’influenza che le sono date dal
possesso della ricchezza, per ricordare al governo
la sua funzione di semplice gendarme al suo
servizio. (…) Organo e funzione sono termini
inseparabili. Levate ad un organo la sua funzione o
l’organo muore o la funzione si ricostituisce. Mettete
un esercito in un paese in cui non ci siano né
ragioni né paure di guerra interna o esterna, ed
esso provocherà la guerra, o, se non ci riesce, si
disfarà. Una polizia dove non ci siano delitti da
scoprire e delinquenti da arrestare, inventerà i
delitti e delinquenti, o cesserà di esistere.”
Niente da ridire, perché la “normalità democratica”
in grado di garantire libertà e benessere per tutti non
può esistere.
E’ arrivato il momento di battersi per altro? Un mondo
senza comando è possibile? I sudditi, quando decideranno
di svegliare le loro cattive passioni per
distruggere il male di esistere?
La democrazia ha già gettato la sua maschera, quando
salteranno le maschere degli sfruttati per farla finita
con questo mondo miserabile?
http://orizzontelibertario.blogspot.com/2012/07/ipnosi-democratica.html