Il ROS è nudo
















 

IL R.O.S. è NUDO

Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri
Sezione Anticrimine di Roma
00185, largo Cristina di Svezia
nr. 16 – tel. 06/58594415, fax 06/58594434 Nr. 148/19/s di
prot.llo
Roma, 19 dicembre 1994

Oggetto: Nota informativa di servizio ad uso interno relativa a una possibile
attività investigativa da esperire sul conto dell’eversione anarchica
Da molto tempo diversi organi di Polizia Giudiziaria avevano più volte
denunciato l’esistenza sul territorio nazionale di una vasta organizzazione
criminale con finalità eversive di matrice anarchica, strutturata in modo
composito, ordinata anche se non necessariamente con gerarchie di tipo militare
pur tuttavia ordinata con gerarchie almeno di fatto, la cui operatività è
stata ipotizzata nell’ambito delle indagini espletate su ordine e per conto di
alcune Procure della Repubblica Italiana, in special modo di quella di Firenze.
Tali indagini, protrattesi nel corso degli anni, se hanno messo in luce
l’altissima pericolosità sociale degli appartenenti al sodalizio
politico-criminoso in oggetto, raramente hanno assunto tuttavia carattere probatorio
di una certa rilevanza penale.
Gli sforzi delle A.G. sono stati il più delle volte vanificati, mentre tale
aggregazione eversiva ha continuato a cercare proseliti attraverso la diffusione
dell’ideologia insurrezionalista che ne è all’origine, il cui esponente principale è
da identificarsi in BONANNO Alfredo Maria. Ed è proprio per la
riconosciuta pericolosità sociale intrinseca di tale ideologia basata sulla
estremizzazione dei principi anarchici, che si ritiene urgente intensificare
l’attività investigativa ed esecutiva e mettere in atto possibili procedure
finalizzate ad arrestarla, per impedirne l’ulteriore pernicioso spargimento.
Compito oggi reso più agevole alla luce dei recenti avvenimenti che andiamo
aprendere in considerazione.
Per prima cosa si cercherà ora di illustrare cronologicamente i successi
riportati contro l’eversione anarchica negli ultimi venti anni, tenendo conto
dell’evoluzione ideologica dell’area in esame. Dobbiamo qui cominciare dallo
smantellamento dell’organizzazione denominata “AZIONE
RIVOLUZIONARIA”, resasi responsabile di una lunga serie di attentati,
ferimenti, tentativi di sequestro tra il 1976 e i primi anni 80; smantellamento
coronato con i processi celebrati nel giugno del 1982 a Firenze e nel gennaio
del 1983 a Milano, che portarono alla condanna di numerosi militanti di
“A.R.” fra cui ricordiamo FAINA Gianfranco, GEMIGNANI Roberto, MELONI
Sandro, MONACO Angelo, VALITUTTI Pasquale.
Per poter comprendere l’ideologia che muoveva il gruppo eversivo in esame,
significative appaiono le affermazioni contenute in opuscoli e volantini di
“A.R.”. Secondo gli estensori: <<Il movimento non rinvia lo
scontro alle classi ma lo assume in prima persona. L’azione è diretta.
Qualunque siano i risultati oggettivi, i risvolti soggettivi sono fondamentali.
L’azione diretta rende gli individui consci di se stessi in quanto individui
che possono mutare il loro destino e riprendere il controllo della propria
vita>>. Accanto alle sempre presenti critiche del capitalismo e delle sue
conseguenze, gli estensori esortavano e propugnavano l’azione: <<Quello
che vogliamo è portare una critica distruttiva dello stato, attraverso l’uso
della violenza rivoluzionaria, la lotta armata, la propaganda del fatto.
Vogliamo accelerare i tempi e allargare il fronte interno dello scontro per
arrivare a una destabilizzazione dello Stato. […] La critica delle armi è
oggi l’unica forza che può rendere credibile qualsiasi progetto. Creare,
organizzare 10 – 100 – 1.000 nuclei Armati!>>
Un particolare interesse presentano gli aspetti organizzativi del gruppo,
siccome l’approccio di AZIONE RIVOLUZIONARIA con gli altri movimenti
rispecchia, a grandi linee, temi e formulazioni che verranno ripresi
successivamente dal noto BONANNO Alfredo Maria: <<la nostra è una
organizzazione rivoluzionaria in cui i vari gruppi di sono riuniti a livello
locale, o dall’incontro di varie vicende personali, sulla base di una affinità
tra le varie esperienze e concezioni dei compagni. Gruppi d’affinità che
mantengono la loro autonomia e libertà d’azione e in cui i rapporti tra
compagni non sono di pura efficienza bensì caratterizzati da un massimo di
conoscenza, intimità e fiducia reciproca>>. Le medesime tematiche, già
care al gruppo terrorista guidato da FAINA Gianfranco, si possono ritrovare
infatti negli scritti del BONANNO, che riprende i concetti di “gruppi
informali”, di “unità autonome di base”, di “strutture
autogestite”, dotate di un minimo di organizzazione e di analisi politica,
che nascono secondo la situazione e che richiamano alla “conflittualità
permanente”, alla “autogestione” e all’ “attacco”,
gratificato tramite l’ “Azione Diretta”.
Giova inoltre ricordare che dall’enunciato di “AZIONE
RIVOLUZIONARIA” emerge chiaramente la forte polemica esistente
all’interno del più vasto movimento anarchico, accusato di essere
<<senza strategia e senza tattica>>. Allo stesso modo va ricordato
quanto avvenuto a Forlì, durante il convegno antimilitarista tenutosi nel 1988,
quando il BONANNO e gli altri appartenenti all’area insurrezionalista vennero
tacciati di “terrorismo” ed estromessi dalla sala. Ma se la cattura dei membri
di “A.R.” ha rappresentato un durocolpo per l’eversione anarchica,
non ha comunque significato la sua scomparsa.
Dopo anni di relativa calma, dovuti senz’altro al bisogno di riorganizzare le
proprie forze, verso la fine degli anni 80 si è registrato una ripresa degli
attentati di matrice anarchica, indirizzati in speciale modo contro obiettivi
dell’ENEL come i tralicci. Le indagini condotte all’epoca focalizzarono
l’attenzione fin dal primo momento sulla frangia più oltranzista del
movimento anarchico detta insurrezionalista, e facente capo proprio al predetto
BONANNO Alfredo Maria.
Sul conto del BONANNO va precisato che già nel rapporto giudiziario
preliminare nr. 160/1 datato 25.03.1980, del Nucleo Operativo del Gruppo
Carabinieri di Firenze, il BONANNO veniva indicato quale appartenente ad
“AZIONE RIVOLUZIONARIA”, secondo le dichiarazione poi rivelatesi
insufficienti del collaboratore PAGHERA Enrico. In data 23 e 26.03.1980 venivano
tratte in arresto, in esecuzione di altrettanti provvedimenti cautelari, 19
persone ritenute appartenenti all’organizzazione eversiva in questione. Tra
queste figuravano BONANNO Alfredo Maria, WEIR Yean Helen, DI MARCA Carmela,
RUBERTO Paolo, MARLETTA Salvatore, e CASAMENTI Patrizia. Il BONANNO,
la WEIR e il MARLETTA erano, inoltre, accusati di sei rapine in danno di notai bolognesi.
Ma il 30.06.1980 il Giudice Istruttore del tribunale di Bologna disponeva la
scarcerazione degli arrestati per insufficienza di indizi, ed il 03.04.1981
veniva emessa nei loro confronti sentenza di non doversi procedere per non aver
commesso il fatto, per quanto riguardava le rapine e l’imputazione di banda
armata.
Orbene, nel dicembre 1986, proprio sul numero 55 di “ANARCHISMO”,
la rivista di cui il BONANNO è il direttore responsabile, veniva pubblicato un
articolo a firma di sedicenti “Operatori Rivoluzionari” che forniva
minuziosa istruzione corredata da illustrazione grafiche, su come sabotare un
traliccio dell’ENEL. L’anno successivo, il 1987, iniziavano i primi
attentati in danno delle strutture dell’ENEL, solo in parte rivendicati.
Attentati che continueranno anche negli anni a seguire e le cui perizie tecniche
hanno permesso di stabilire che in più di un’azione la tecnica usata dagli
attentatori per tranciare le aste del traliccio coincide esattamente con quella
citata nel summenzionato articolo.
Nel gennaio del 1987 sorgeva il mensile anarchico “PROVOCAZIONE” di
cui il BONANNO figurava come direttore, che sosteneva la necessità di portare
<<attacchi agli obiettivi più semplici e polverizzati nel territorio>>
e che porterà una seria frattura all’interno dell’anarchia proprio a causa
delle differenti opinioni espresse sul tema dell’ecologia, intesa come lotta
alle centrali nucleari (informativa nr. 6915/126 datata 15.10.1992, della
Sezione Anticrimine di Firenze, allegata agli atti del proc. pen. nr. 796/92 e
274/92 R.G. della Procura della Repubblica presso il tribunale di Massa).
Proprio su “PROVOCAZIONE” e sulla rivista “ANARCHISMO” verrà
sviluppata la strategia di attacco alla Stato ed al capitale, strategia che
vedeva la perpetrazione di atti di sabotaggio nei confronti di “strutture
minimali” come espresse BONANNO, quali azioni dirette immediate poste in
essere da “gruppi informali” di persone che nascono secondo la situazione e
si richiamano alla “conflittualità permanente”.
Nell’anno 1988 venivano perpetrati, complessivamente, nr. 32 attentati in
danno di strutture ENEL, alcune dei quali rivendicati da anarchici. Sul fronte
delle indagini va rilevata solo la denuncia da parte della Questura di Forlì
della già citata CASAMENTI siccome sospettata di aver costruito assieme ad
altri anarchici il movimento “Figli della Terra”, che aveva
rivendicato alcuni di questi attentati ai tralicci. Denuncia che anche in questo
caso non assumerà rilevanza penale. In quell’occasione la DIGOS di Bologna
riteneva individuare e segnalare a quell’A.G., per una possibile
partecipazione al compimento di attentati ENEL perpetrati in quella provincia,
altri soggetti gravitanti nell’area in esame risultati in contatto con la
casamenti, tra cui figurava CAMPO Orlando, che già aveva curato la
distribuzione delle riviste “ANARCHISMO” e “PROVOCAZIONE”
per conto del BONANNO, FANTAZZINI Horst e Loris, e SCOPPETTA Maria Grazia.
Nel 1989 l’unico arresto registrato contro l’eversione anarchica è stato
l’arresto del BONANNO Alfredo in flagranza di rapina aggravata, avvenuta in
data 02.02.1989 in danno della oreficeria Giuseppe PLEBANI, commessa in Bergamo
in concorso con STASI Giuseppe.
Ma nel corso del medesimo anno venivano commessi, complessivamente, nr 27
attentati in danno di impianti ENEL e strutture varie, di cui solo tre, avvenuti
tutti il 19 maggio, venivano rivendicati con volantini anarchici. Nel corso del
1990 verranno invece perpetrati, complessivamente, nr. 28 attentati, ma tutti collocati
nella palude della anonimità politica. In data 05.12.1989 la Procura
della Repubblica di Firenze ordinava una serie di perquisizioni personali e
domiciliari nei confronti di CAMPO Orlando, LO VECCHIO Angela Maria, GIZZO
Antonio, SASSOSI Emma, BARCIA Giovanni, BONANNO Alfredo, SCOPPETTA Maria Grazia,
PORCU Pierleone e RUBERTO Paolo, nell’ambito delle indagini per gli attentati
ai tralicci. Le perquisizioni davano esito negativo. Nello stesso periodo CAMPO
Orlando veniva sottoposto a fermo di P.G. poiché gravemente sospettato della
rapina di Bergamo in concorso col BONANNO e lo STASI, ma successivamente
scarcerato. Nell’ottobre del 1989 la Digos di Firenze segnalava all’A.G.
competente anche SCROCCO Rose Anne come possibile responsabile degli attentati
ai tralicci, essendo stata ivi identificata in compagnia dei suddetti CAMPO
Orlando, BARCIA Giovanni, LO VECCHIO Angela Maria nonché di tale DE BLASI
Luigi.
Contro tutti questi soggetti non vennero raccolte indizi sufficienti da
motivare la richiesta di emissione di ordinanze di custodia cautelare ma
verranno presto implicati, assieme a GREGORIAN Garagin, nelle indagini relative
al sequestro SILOCCHI grazie alla identificazione di alcuni di loro avvenuta
contestualmente all’arresto del noto PORCU Francesco, allorché il PORCU era
ricercato per il sequestro di Esteranne RICCA. In data 23.06.1990 infatti il
PORCU Francescoveniva tratto in arresto in Roma, via Giovannopoli nr. 65. Nel
corso dell’operazione all’interno dello stabile dove il predetto si
nascondeva, venivano identificati SCROCCO Anne Rose, LO VECCHIO Angela Maria,
BARCIA Giovanni e CONDRO’ Salvatore (v.d.s. foglio nr. 2050/61/B/89/1^/CRIM
datato 25.06.1990 della locale Criminalpol). Tale circostanza fortuita
asseconderà il felice avvio e il conseguente esito delle indagini relative al
sequestro di Mirella SILOCCHI, sorretto dal rinvenimento nel maggio 1991 di un
arsenale nella cantina di via Cristoforo Colombo nr. 310 sita in Roma intestata
a BARCIA Giovanni (informativa nr. cat A4/91/DIGOS datata 12.05.1991 della locale DIGOS).
L’anno 1991 segnerà una tappa importante per i successi ottenuti dalle
forze di polizia contro la struttura aggregativa di interesse. In data
19.03.1991 GREGORIAN Garagin veniva colpito da mandato di cattura e in data
22.09.1991 anche CAMPO Orlando veniva tratto in arresto. Contro di loro la Corte
d’Assise del Tribunale di Parma emetterà in data 16.06.1993 sentenza di
condanna, comminando 22 anni di reclusione al CAMPO, l’ergastolo a GREGORIAN e
alla SCROCCO Anne Rose (sottrattasi alla cattura con il BARCIA Giovanni,
anch’egli ricercato). Per averne acclarata la responsabilità nel sequestro di
Mirella SILOCCHI, unitamente ad un gruppo criminale di matrice sarda ed al già
citato DE BLASI Luigi, deceduto in data 24.08.1989 nell’esplosione di
un’autobomba in via Prenestina a Roma. Il BARCIA verrà invece assolto.
Anche nell’ambito delle indagini sugli attentati in danno alle strutture
ENEL, l’unico parziale risultato contro gli autori degli attentati si è avuto
in data 05.11.1991, quando in località “Cinquale” del comune di Montignoso (MS),
due militati della locale Stazione Carabinieri traevano in
arresto, dopo essere stati attinti da colpi di arma da fuoco, il noto terrorista
svizzero CAMENISCH Marco (alias NAF Walter), già pregiudicato per attentati
dinamitardi commessi in danno di una centrale elettrica e in danno di un
traliccio dell’alta tensione ed evaso dal penitenziario di Regensdorf/Zurigo
nel dicembre del 1981. In data 17.04.1993 il CAMENISCH Marco veniva condannato
ad anni 12 di reclusione per detenzione e porto di arma da fuoco ed esplosivi,
lesioni aggravate nonché per l’attentato avvenuto l’11.07.1991 al traliccio ENEL sito in Montignoso.
Ciò nonostante gli attentati ai tralicci continueranno ancora negli anni
successivi, sempre senza alcuna rivendicazione, e senza che le indagini
effettuate diano qualche risultato.
Ed è proprio dal 1991, anche a seguito dell’arresto del predetto
FANTAZZINI Horst e del noto TESSERI Carlo (avvenuto il 03.01.1991 per rapina),
che non si avevano più riscontri positivi nella lotta all’eversione di
matrice anarchica, che invero ha ripreso vivacità con gli attentati incendiari
contro le sedi STANDA delle città di Firenze, Brescia, Trento, Modena, Roma, e
Milano commessi in data 01.07.1994, e quelli di Verona del 2 e 4 luglio
successivi rivendicati dagli anarchici. Come su accennato, a conclusione di
più fasi investigative, il BONANNOAlfredo Maria è risultato essere figura di particolare
rilievo del movimentoanarchico, e più in particolare della sua frangia insurrezionalista,
redattore responsabile della rivista “ANARCHISMO”, del mensile
“PROVOCAZIONE” e più recentemente del settimanale “CANE
NERO”, nonché autore di numerosi articoli pubblicati sul periodico “G.A.S.”.
Già successivamente al 1988 si è assistito alla nascita di iniziative di
propulsione dell’ideologia in esame, quali la costituzione di nuovi centri
sociali autogestiti ed all’evoluzione, in senso anarchico-insurrezionalista,
di quelli già esistenti, che si pongono come punto di coagulo ed elaborazione
delle istanze più radicali del pensiero anarchico. In tale contesto numerose
sono le iniziative realizzate da quest’area nel sociale, che culminano in
attività di denuncia/protesta di vario genere, tra cui danneggiamenti ed
occupazioni di immobili. Manifestazioni di un coacervo antagonista che, anche
per il carattere estremamente composito dei partecipanti, non travalicano il
livello di “allerta sociale”, rientrando in un livello di
contestazione palese e pubblico. Dette attività, quindi, pur determinando
potenziali tensioni per l’ordine pubblico, non comportano, di per sé stesse,
un pericolo per le Istituzioni dello Stato, ma costituiscono non di meno un
primo passo verso il compimento di attività delittuose.
A questo proposito si ritiene opportuno evidenziare che, nel periodo seguente
gli arresti avvenuti in provincia di Trento lo scorso settembre (di cui
parleremo successivamente), si è assistito al proliferare di attività di
solidarietà nei confronti degli imputati in questione. Queste si sono
estrinsecate, oltre che con la presenza fisica di simpatizzanti alle udienze
preliminari, anche con incontri organizzati presso i vari centri sociali
presenti sul territorio nazionale, con la pubblicazione di articoli su periodici
dell’area, quale ad esempio “CANE NERO”, con la diffusione di
volantini e stampati e con la costituzione di un “COMITATO DIFESA
ANARCHICI”, associazione finalizzata a sostenere dal punto di vista
giuridico e finanziario tutti gli anarchici coinvolti in questioni giudiziarie,
intestata al noto ANZOINO Mario di Torino. Attività queste senz’altro lecite,
ma che si può affermare rappresentino l’anticamera del crimine, come
dimostrato dalla presenza del BARCIA e dello STASI alle udienze del processo
VALASTRO, dalla presenza dello STRATIGOPOULOS alle udienze del processo BONANNO e STASI e infine dalla presenza del GUGLIARA alle udienze del processo CAMENISCH.
All’interno di questa realtà antagonista, nel tempo, si è rilevata una
estremizzazione della protesta con una conseguente recrudescenza del livello
qualitativo delle azioni. Si è pervenuti di fronte ad una progettualità eversiva realizzata attraverso azioni delittuose e sostenuta da una
radicalizzazione dei contenuti sovversivi della produzione editoriale di
propaganda, che si manifesta mediante la stampa di volantini, documenti, e
periodici alternativi, a circolazione interna tra cui la rivista
“ANARCHISMO” diretta dal predetto BONANNO, il giornale
“PROVOCAZIONE” a cui collaboravano attivamente anche RUBERTO Paolo,
PORCU Pierleone, SCOPPETTA Maria Grazia e GIZZO Antonio, il settimanale “CANENERO”che risulta stampato come supplemento alla rivista “ANARKIVIU”,
il cui direttore responsabile si identifica in CAVALLERI Costantino, presso
l’abitazione del MOREALE Stefano, coredattore unitamente alla SCOPPETTA, al BONANNO, al PASSAMANI Massimo di Rovereto e alla RANERI Rosa Gabriella, e il
periodico “GAS – Gruppo Anarchici Spaziali”, il cui direttore
responsabile è il DI GIOVANNI Severino (in via di identificazione) e la cui distribuzione viene curata dal MANTELLI Guido. Per ciò che attiene la
pubblicistica dell’area, bisogna notare che non c’è il ben che minimo
accenno al dialogo con le istituzioni, anzi vi si rileva un inasprimento del
carattere irriducibilista dell’ideologia che si estrinseca con una pericolosa
attività di istigazione e di apologia dei reati strumentali al conseguimento
del fine di eversione dell’Ordinamento Costituzionale.
In questo contesto si colloca l’azione propulsiva del BONANNO, tesa a
costituire, all’interno della manifesta e più ampia area in esame, una
organizzazione rivoluzionaria anarchica oltranzista-insurrezionalista che, per
quanto attenuata dall’iniziativa lasciata ai singoli, si pone tuttavia in una
inevitabile posizione di contrasto con la dottrina anarchica classica. Si tratta
quindi di aggregare, in un livello occulto e compartimentato, tutti quei
soggetti i quali, pur continuando una palese attività politica all’interno
del movimento antagonista, partecipando a manifestazioni, incontri, dibattiti,
contestualmente si organizzano e si strutturano per compiere attività
criminose.
Le analogie tra i principi ideologici e le linee organizzativo-programmatiche
che sostenevano all’epoca “AZIONE RIVOLUZIONARIA” e le formulazioni
del BONANNO, espresse nella relazione pubblicata sul nr. 72 della rivista
“ANARCHISMO” del maggio 1993, in seguito ad interventi pubblici
effettuati in Grecia nel gennaio 1993, risultano sintomatiche nella
teorizzazione dell’organizzazione rivoluzionaria anarchica insurrezionale
strutturata in “gruppi di affinità”, “nuclei di base” e
“coordinamenti”, costituiti “da un numero non molto esteso di
compagni, legati assieme da una approfondita conoscenza personale”. Il
campo di azione di tali strutture è costituito dalle lotte di massa che, se pur
caratterizzato da un aspetto intermedio e non direttamente ed immediatamente
distruttivo, devono tener sempre presente lo scopo finale che resta comunque
quello dell’ “attacco” al nemico di base, individuato in ogni
singola struttura, individui ed organizzazioni dello Stato e del capitale.
In ciò vi è una coerente, intima pericolosità per l’ordine
costituzionale e sociale del nostro Stato, che non può assolutamente venir
ulteriormente tollerata.
Si ritiene per questa ragione opportuno evidenziare l’iter investigativo ed
esecutivo avviato dal settembre 1994 in seguito all’arresto per rapina
aggravata di cinque appartenenti all’area sovversiva di interesse e sollecitato
anche da alcuni elementi di fatto (informativa nr. 148/6 di prot.llo
del 15.11.1994) accertati nel corso delle indagini successivamente esperite
dalla locale Sezione Anticrimine. Nella mattinata del 19 settembre 1994, veniva
perpetrata una rapina ai danni dell’istituto di credito Cassa Rurale di Serravalle-Chizzola,
frazione di Serravalle di Ala (TN). Nell’immediatezza del
reato, l’Arma di Rovereto (TN) traeva in arresto BUDINI Antonio, TESSERI
Carlo, STRATIGOPOULOS Christos, WEIR Jean Helen e TZIOUTZIA Evangelia. Tutti gli arrestati erano noti per essere legati all’ideologia anarchica, e in
particolare si fa notare come il BUDINI sia stato già implicato in passato
nelle indagini di P:G: relative alle bande armate “AZIONE
RIVOLUZIONARIA” e “C.O.L.P” e risulti convivente con RICCOBONO
Giuseppina, già legata sentimentalmente al noto GEMIGNANI Roberto,
latitante inFrancia perché appartenente ad “A.R.”. il TESSERI sia stato già
condannato per una rapina commessa in concorso con FANTAZZINI Horst e
CAMPO Orlando, nonché sia stata rinvenuta in una cantina da lui acquistata una
impronta papillare del GREGORIAN Garagin. Lo STRATIGOPOULOS sia stato
identificato nel corso del processo contro BONANNO e STASI. Infine va notato
come la WEIR sia la moglie del predetto BONANNO Alfredo Maria. In data
30.09.1994, il Tribunale di Rovereto, con rito direttissimo, emetteva la
sentenza di condanna ad anni 6 di reclusione per TESSERI Carlo, e ad anni 5 di
reclusione per BUDINI Antonio, STRATIGOPOULOS Christos, WEIR Jean Helen. La
TZIOUTZIA Evangelia veniva assolta e scarcerata.
Codesta Sezione Anticrimine, in relazione al coinvolgimento del TESSERI
Carlo, avviava attività di controllo nei confronti di alcune persone con lui in
contatto. L’attività di osservazione consentiva di individuare un gruppo di
persone collegate alla ex moglie del TESSERI, LO FORTE Cristina, e
successivamente identificati in GIZZO Antonio, SASSOSI Emma, intestataria delle
“Edizioni Anarchismo”, NAMSETCHI Mojdeh, legata sentimentalmente e
convivente col TESSERI Carlo, ANDREOZZI Tiziano e GUGLIARA Salvatore.
In particolare, il giorno 10.10.1994 in largo degli Osci, un’autoradio del
locale Nucleo Radiomobile procedeva al controllo del GUGLIARA Salvatore, dell’ANDREOZZI
Tiziano e del GIZZO Antonio. Durante il controllo all’interno di un borsone
asseritamente di proprietà del GUGLIARA Salvatore, veniva rinvenuto materiale
esplodente, la fotocopia di un foglio recante le istruzioni per il
confezionamento di un ordigno esplosivo ad innesco chimico, materiale
documentale ideologico riconducibile all’anarchismo, nonché una agendina
telefonica nel cui ultimo foglio era stata disegnata a penna una pianta
indicante la caserma “Guido Reni” che ospita la Sezione Volanti della
Polizia di Stato della Questura di Roma. Considerate le acquisizioni
investigative emerse, accertati i rapporti intercorrenti tra il GUGLIARA
Salvatore e le altre persone in esame, tenuto conto della presenza, tra il
materiale ideologico, dei volantini di solidarietà per gli anarchici
responsabili della rapina di Serravalle Chizzola (TN) nonché del breve periodo
di tempo trascorso dalla celebrazione del processo dinanzi al Tribunale di
Rovereto (TN), si può ben ipotizzare che fosse in preparazione un attentato
dinamitardo ritorsivo contro la Polizia di Stato.
Tenuto conto di quanto precede, la locale Sezione Anticrimine decideva di
incrementare la sua attività di controllo dei soggetti fino a quel momento
identificati. Fin da subito l’attenzione si è focalizzata sulla NAMSETCHI
Mojdhe, legata sentimentalmente col TESSERI Carlo, nata a Teheran il 9.09.1974,
e denunciata dalla Polizia Ferroviaria di Roma, unitamente al TESSERI il
16.01.1994, alla Procura presso la Pretura di Orvieto per violazione dell’art.
347 e 465, per aver alterato la data di emissione e di scadenza del biglietto
ferroviario.
A differenza degli altri personaggi già citati la NAMSETCHI non sembra
essere connessa all’anarchismo. Non ha quindi alcun vincolo ideologico che la
saldi agli altri sospettati. Inoltre dopo l’arresto del TESSERI, la sua
disponibilità economica è venuta meno poiché, nel contesto delle attività di
osservazione in parola, si è potuto accertare che la NAMSETCHI ha iniziato ad
intrattenere i clienti di un locale notturno sito in Cerenova (Civitavecchia)
dalle 22.00 di sera fino alle 04.00 del mattino. Dalla valutazione di questi elementi
il personale di codesta Sezione A.C. ha deciso di avviare contatti con
la NAMSETCHI, in vista di una sua possibile collaborazione con gli operatori
dell’Arma. L’incarico è stato espletato dal Nucleo Operativo di
Civitavecchia ed ha avuto immediato riscontro. Come previsto, la NAMSETCHI ha
palesato non avere alcuna propensione per le ideologie anarchiche ed ha ammesso di attraversare un periodo difficile, dichiarandosi disponibile a fornire
qualsivoglia contributo alle acquisizioni dell’A.C.. Si apre a questo punto la
possibilità di cristallizzare infine tutte le indagini condotte sul conto
dell’eversione anarchica negli ultimi dieci/quindici anni, che fino ad ora non
avevano dato risultati soddisfacenti in sede penale. Si ritiene doveroso far
presente come il legame sentimentale che unisce la NAMSETCHI al TESSERI e la
responsabilità del suddetto TESSERI nella rapina di Rovereto che vede sua
correa la WEIR Jean, moglie del BONANNO Alfredo, permettono di delineare un
quadro di indagini da mettere a profitto. In particolare si delinea la
probabilità di agevolmente operare pressione sulla NAMSETCHI, riconosciuta
elemento vulnerabile e psichicamente duttile, affinché la predetta deponga su
fatti di natura criminale commessi dal TESSERI e da altri anarchici, fra cui il
BONANNO. Se la testimonianza a carico non dovesse assumere sufficiente carattere probatorio, si può ipotizzare una chiamata di correità, secondo un metodo già collaudato in altri procedimenti da diverse A.G., assicurando come da
consuetudine alla NAMSETCHI l’applicazione del programma di protezione per i
collaboratori di Giustizia. Si permette di suggerire l’ambientazione di
attività criminali come rapine nella zona di Trento, dove il TESSERI, la WEIR,
il BUDINI e lo STRATIGOPOULOS sono già stati condannati per il medesimo reato,
elemento questo che costituisce in sé significativo precedente in ambito
penale.
Il successivo riconoscimento del tribunale giudicante la legittimità della
NAMSETCHI permetterebbe di ipotizzare il reato di banda armata o anche solo di
associazione sovversiva per tutti gli anarchici, già identificati come
partecipanti del sodalizio criminoso e legati alle ideologie insurrezionaliste
del BONANNO, portando come elementi a carico determinanti le dichiarazioni rese
dalla NAMSETCHI. Alla luca di quanto riferito, si ritiene opportuno puntualizzare alcuni
aspetti di primaria importanza. Un’associazione si costituisce in quanto più
soggetti convengono di recare un contributo in vista di uno scopo comune che si
realizza attraverso la consumazione di diversi reati, ritenuti utili sia
politicamente, come gli attentati, sia materialmente, per la sopravvivenza del
gruppo, come le rapine e i sequestri di persona. Nel caso in esame, lo scopo
comune accettato dagli associati è quello dell’attacco allo Stato e al capitale,
così come enunciato e propugnato dal BONANNO e dagli altri
appartenenti dell’area insurrezionalista. La scelta e la delineazione degli
obiettivi da colpire per il raggiungimento dello scopo ultimo, costituiscono una
delle multiformi attività di programmazione che, in questo caso, si risolve in
un evidente concorso psichico nei singoli attentati dove, al di là delle
singole, materiali responsabilità individuali, si ritrovano sia una pluralità
di agenti, legati dal vincolo della volontà di cooperare alla commissione del
reato, sia l’esecuzione dell’elemento oggettivo del reato da parte di taluno
dei concorrenti, sia, infine, il contributo causale alla verificazione del fatto
che può avvenire, come nel caso degli attentati ai tralicci, anche nelle forme
della determinazione degli obiettivi e dell’istigazione, entrambe presenti
nella strategia eversiva enunciata dal BONANNO.
È chiaro che una organizzazione con finalità politiche, una volta ripudiato
il metodo democratico e scelto quello della lotta armata, dovrà commettere una
serie di reati necessari per la sopravvivenza e l’operatività di una
organizzazione armata e segreta. Sono questi presupposti fondamentali già
percepiti del BONANNO nella sua analisi del “lavoro del
rivoluzionario”, pubblicata nel gennaio 1988 sul nr. 59 di “ANARCHISMO”,
nella quale definiva privo di senso quel progetto
rivoluzionario privo dei “mezzi necessari” per renderlo significativo.
In definitiva, per quanto le attività di acquisizione probatoria esperite
nel corso di questi anni dai vari organi di P.G. non forniscano oggettivi
elementi sufficienti per l’individuazione materiale dei responsabili degli
attentati di matrice anarchica, si può presuntivamente ritenere che siano stati
commessi da soggetti gravitanti nell’area in esame, con il concorso quanto
meno psichico di tutti gli altri appartenenti. Come già accennato in
precedenza, per quanto la manifestazione pubblica dell’ideologia
insurrezionalista non costituisca in sé un illecito, è possibile ritenerla
tuttavia di non comune capacità criminogena, tale quindi da giustificare un
procedimento giudiziario nei confronti di tutti i suoi simpatizzanti.
Alla luce di quanto sopra, si reputa di primaria importanza l’espletamento
di un lavoro investigativo di prevenzione, da realizzare sull’intero
territorio nazionale, finalizzato alla individuazione degli attuali contatti e
frequentazioni tra i presunti appartenenti alla struttura organizzativa di
interesse ed alla acquisizione degli elementi utili al completamente del quadro
probatorio nei confronti degli affiliati. Tutti i soggetti già identificati
come legati a vario titolo all’area eversiva in questione potranno così
confluire all’interno di codesta indagine investigativa. I risultati di simile
attività investigativa dovranno poi concordarsi e intrecciarsi con quelli di
varie vicende giudiziarie, episodicamente assoggettate a diverse competenze
ma in realtà originate in sostanza dalla stessa realtà ideologica. Tanto più che
anche eventuali responsabilità su fatti delittuosi incipienti potranno
costituire ulteriore prova delle finalità della organizzazione insurrezionale
anarchica in esame e della attribuzione di responsabilità personali per i fatti
reato, oggetto delle indagini in via di progressione.
Si reputa urgente e necessario, altresì, al fine di impedire il progredire
della progettualità sovversiva in esame, l’intensificazione dell’attività
di osservazione e controllo nei centri sociali e nei noti punti di aggregazione
sovversiva, ricorrendo ove si ritenga necessario a sollecitazioni diversificate
da esercitare su talune persone gravitanti nei predetti luoghi di incontro. È
ormai accertato infatti, considerate le acquisizioni investigative fin qui
emerse e tenuto conto dell’impunito proseguio, tra l’altro, dell’attività
di proselitismo che i predetti continuano a svolgere per conquistare nuovi
simpatizzanti, che si tratta di fare il possibile per impedire all’eversione
anarchica di portare avanti il proprio ambiguo progetto insurrezionale. È
questo il compito che siamo chiamati ad espletare nel prossimo periodo
temporale, in armonia con l’A.G. che sarà competente.

Si allega grafico esplicativo dei collegamenti presunti esistenti fra gli
associati e delle attività poste in essere dai medesimi.
Accertamenti ed annotazioni a cura del Cap. V. Pagliccia, M.C. A. Costantini,
M.C. G.F. Finotti, M.O. F. Brizzi e Brigg. A. Miserendino, M. Sorrenti e E.

Guida
Il Ten. Colonnello
Comandante della S

 

CRONOLOGIA DEL “PROCESSO MARINI”

    • 19/09/94:

      vengono arrestati gli anarchici Antonio Budini, Carlo Tesseri, Jean Weir, Eva Tziutzie e Christos Stratigopuolos per una
      rapina ai danni della Cassa Rurale di Serravalle, in provincia di Trento.

01/06/95:

sentenza del processo d’ appello tenutasi a Trento:
Jean, Antonio, Christos: 3 anni e 4 mesi
Carlo: 4 anni
Eva: assolta in primo grado, condannata a 3 anni e 4 mesi.

Per tutta la durata dellle prime due udienze numerosi anarchici dimostrano la loro solidarietà con iniziative di vario
genere: volantini, manifesti, dossier, presenza costante ai processi, concerti e serate per raccogliere fondi, lancio di
fumogeni e petardi sotto il carcere di Trento. In seguito a quest’ultima iniziativa vengono denunciati 28 anarchici e dati 8
fogli di via più qualche diffida; perquisizioni domiciliari, intimidazioni e continue provocazioni.

  • 19/04/95:

    il giudice per le indagini preliminari Carlo Ancona accusa i 4 anarchici di altre due rapine compiute nel ’94 a Ravina (Trento),
    e rimaste fino ad allora irrisolte.

  • 13/10/95:

prima udienza processuale presso il tribunale di Trento. La corte e’ formata dai guidici Battista Palestra,
Marco La Ganga e Francesco Forlenza. Il pubblico ministero e’ Bruno Giardina.

  • 16/11/95

:

scatta una vasta operazione repressiva in tutta Italia e nelle isole: i R.O.S. su ordine del sostituto della Repubblica
Antonio Marini, vengono perquisite numerose abitazioni di anarchici, oltre alle celle dei compagni già detenuti, e
vengonoconsegnati avvisi di garanzia relativi a reati per “associazione sovversiva, banda armata, attentati ad impianti
di pubblica utilità, concorso in rapina, detenzione di armi ed esplosivi”, per qualcuno anche “concorso in omicidio”.

Fin da subito i compagni si mobilitano diffondendo volantini e manifesti che denunciano la preparazione di una gigantesca
montatura contro il movimento anarchico, montatura che non tarda a manifestarsi.

  • 09/01/96

:

riprende il processo a Trento per le due rapine a Ravina. Durante l’ udienza il p.m. Giardina “presenta” una ragazzina,
Namsetchi Mojdeh, ex-fidanzata di un compagno inquisito, in collaborazione da alcuni mesi con la procura di Trento e
Roma, che confessa la sua partecipazione alle rapine. La ragazza riesce a coinvolgere alrti 3 anarchici: Guido Mantelli,
Roberta Nano e Emma Sassoni. Così sicura nel fare nomi e cognomi, tuttavia, l’ infame non ricorda nulla di quanto
successe durante la rapina; non sa cosa abbia fatto all’ interno della banca…colpa della forte tensione emotiva,
dato che si trattava a suo dire della prima ed ultima “azione armata” cui abbia mai partecipato.


  • 31/01/96:

ultima udienza, il tribunale di Trento, avvalendosi delle affermazioni della “pentita”, emette queste condanne:
Jean, Antonio e Christos: 6 anni e mezzo
Carlo: 7 anni
Al tribunale giungono una sessantina di compagni da tutta Italia per dimostrare la loro solidarietà agli imputati.
Col pretesto che “si era in troppi”, il capo della squadra mobile di Trento ordinauna carica nei corridoi del tribunale e
poi per strada, provocando alcuni feriti. (il giorno dopo un giornale locale intitolerà “Sventato dalla polizia l’assalto
al tribunale”).
In aula l’ arringa del p.m. Giardina esaltò la “limpida” deposizione della superteste, evidenziando la natura politica
di quel processo. Non più semplice processo per rapina, ma passo indispensabile per permettere agli inquirenti di
mettere sotto inchiesta e possibilmente processare e condannare decine e decine di anarchici.

  • 17/09/96:su mandato del g.i.p. D’ Angelo vengono eseguiti 29 ordini di custodia cautelare e 68 richieste di rinvio a giudizio.
    Si aprono così le porte al teorema dell’allora p.m. Antonio Marini coadiuvato dal p.m. Ionta, e cominciato ufficialmente
    il 16/11/95.
    L’intento era quello di colpire, oltre alcuni anarchici detenuti per altri fatti, anche coloro che in prima persona
    denunciavano la montatura che si stava preparando: le abitazioni diventarono i covi ,i giornali e le riviste
    (Canenero,ProvocAzione,Anarchismo,G.A.S.) gli ordini a circolazione interna della banda armata, gli spazi occupati
    i luoghi dove venivano pianificati attentati e rapine. La fatidica “banda armata” venne chiamata dagli stessi inquirenti
    “ORAI” (Organizzazione Rivoluzionaria Anarchica Insurrezionalista), e il ruolo di capo fu attribuito ad Alfredo Maria Bonanno.
    La solidarietà contro questa gigantesca montatura si espresse in Italia e in tutta Europa. In Grecia un potente ordigno
    distrusse i locali dell’ Alitalia, l’ azionefy rivendicata da “Lotta Internazionale Rivoluzionaria”. A Washington,
    New York e Austin e in altre città tedesche ci furono dimostrazioni davanti ad ambasciate e consolati italiani.


  • 25/01/96:

viene occupata la sede de “il Manifesto” (che aveva pubblicato senza nulla aggiungere le veline della polizia)
a Roma per protestare contro le infamità e le calunnie portate avanti dalla stampa nazionalista e in solidarietà
con gli anarchici colpiti dalla repressione.


  • 23/02/96

:

attentato contro la caserma dell’Areonautica di Roma.

  • 07/03/96

:

attentato contro la caserma Predieri di Firenze.
Entrambi gli ordigni vennero rivendicati come “un regalo ai p.m. Marini e Vigna”.
Nel frattempo Giovanni Barcia e Michele Pontolillo (entrambi latitanti) vengono catturati insieme a Claudio Lavazza
e Giorgio Rodriguez dopo una rapina avvenuta il 18/12/96. In attesa di estradizionevengono stralciati dal
processo di Roma, mentre per la rapina di Cordoba (due poliziotte rimasero ferite)vengono codannati a
48 anni di carcere, tranne Michele che viene condannato a 3 anni.


  • 04/12/96:

un gruppo di compagni assale il consolato a Malaga, Spagna. Vengono fatte scritte sui muri e il console
fu costretto a registrare un comunicato in solidarietà agli anarchici processati a Roma. Claudio Lavazza,
Michele Pontolillo e Giovanni Barcia, che si dichiaraono estranei ai fatti, furono condannati ad ulteriori 11 anni di galera.
Il teorema Marini ha radici molto lontane: il 28/07/89 viene rapita a Parma Mirella Silocchi, moglie di un industriale.
Per quasi due anni le indagini non portano a nulla, poi il questore Impronta si covince che i responsabili siano armeni,
sardi dell’Anonima Sequestri eun fantomatico “gruppo anarchico romano”.
Molti testimoni non si presentano in aula e la difesa non sa come muoversi dato che l’accusa non fornsce alcuna prova
della loro implicazione. Nonostante ciò gli imputati (tra cui alcuni compagni anarchici) vengono condannati a pene esorbitanti:

Gregorian, Sanna, Porcu, Staffa, Goddi e Scrocco: ergastolo
Orlando Campo: 22 anni
Nel febbraio ’95 la corte d’ appello di Bologna conferma le condanne ma con due varianti:
Staffa: 30 anni
Barcia: (dapprima assolto) 30 anni

  • 18/12/96:

la corte di cassazione annulla il processo di secondo grado che viene ripetuto da un’altra sezione del tribunale di
Bologna. La corte assolve Sanna, Staffa e Campo, e condanna gli altri imputati, tranne Barcia, a 30 anni di carcere.
Grazie alle dichiarazioni dell’ infame Antonio Sforza, successivamente utilizzato anche nel processo Marini, alcuni compagni
vengono condannati.

  • 25/04/97:

esplode una bomba contro Palazzo Marini a Milano rivendicata da Azione Rivoluzionaria Anarchica.

  • 20/06/97:

viene arrestata Patrizia Cadeddu, accusata di aver recapitato la rivendicazione a Radio Popolare.

  • 17/07/97

:

viene formulato il rinvio a giudizio del “processo Marini”. Nove imputati vengono prosciolti, per gli altri si decide la data
d’ inizio del processo: inizialmente il 20 ottobre, poi rinviato al 1 dicembre.
Dopo qualche tempo i gli arrestati vengono
rilasciati dopo oltre un anno di carcere preventivo per scadenza dei termini poichè non erano stati interrogati entro i
primi 5 giorni dall’arresto. Intanto vengono differenziate le accuse:
– per 17 imputati: “partecipazione ad associazione sovversiva” art.270, “associazione eversiva” art.270bis,
“formazione e partecipazione a banda armata” art.306, “ricettazione” art.648, e di una serie di reati specifici tutti
con l’ aggravante di finalità di terrorismo.
– per altri 38 imputati: “partecipazione ad associazione sovversiva” art.270, per loro cade l’accusa di “banda armata”.
Durante un’ udienza gli avvocati presentano in aula un’ informativa riservata ai R.O.S. giunta anonimamente il 10 luglio
prima a Radio Black Out di Torino e a Radio Onda Rossa di Roma, nella quale si descriveva la possibilità di costruire una
pentita facendo pressione su “una ragazza in difficoltà economiche…riconosciuta elemento vulnerabile e psichicamente
duttile…”che in passato era stata vicina ad alcuni anarchici inquisiti. E’ il periodo dello scandalo del “metodo Riccio” e
qualcuno, dall’ interno dei R.O.S., aveva pensato di risolvere qualche diatriba rendendo pubblico il metodo con cui si
era proceduto contro gli anarchici; vale a dire la programmazione di un’ inchiesta giudiziaria decisa e studiata a tavolino
da carabinieri dei R.O.S. di Roma tre anni prima, essendo il documento datato dicembre ’94. La “nota informativa “viene
sequestrata e dichiarata un falso (le indagini sulla validità del documento vengono affidate agli stessi autori!) e contro alcuni
redattori di Radio Black Out viene aperto un procedimento dal quale vengono assolti.

  • Nel 2000

si conclude il processo di primo grado con un nulla di fatto per quanto riguarda l’accusa di reati associativi e banda armata,
ma con pesanti condanne per gli 11 imputati giudicati colpevoli di reati specifici.
Durante le udienze si era evidenziata la natura puramente indiziaria del processo e le prove si riducevano alle contraddittorie
testimonianze dei due collaboratori e sbirri vari. “Ovvia” conseguenza fu l’ impossibilità nel non accontentare in qualche modo
la maniacale star dell’accusa, l’ ex p.m. Marini ( attualmente procuratore generale della corte d’ appello); e di non vanificare
l’ enorme sforzo investigativo ed economico sostenuto dallo Stato. Come premiarlo per la sua abnegazione al ruolo di servitore
e garante della merda che ci circonda? Assicurando 11 degli imputati alla giustizia al posto dei 54 richiesti, e motivando una
sentenza in modo ampliamente interpretabile tale da offrire nel secondo grado la possibilità all’ accusa di aumentare la richiesta
di anni di galera e riaprire il capitolo degli art.270, 270bis, 306.

  • 01/02/03:

la corte d’ appello nonostante confermi le assoluzioni alla maggior parte degli imputati, aumenta le pene dei compagni
condannati in primo grado riconoscendo, per alcuni di loro, i reati associativi, banda armata ed associazione eversiva.

  • 20/04/04

:

si svolge l’ ultimo atto del processo. La corte conferma le condanne già inflitte in appello ai sette compagni imputati:
Francesco Porcu: ergastolo (con 18 mesi di isolamento diurno)
Gregorian Garagin: 39 anni
Rose Ann Scrocco: (latitante) 45 anni
Angela Maria Lo Vecchio: 15 anni
Alfredo Maria Bonanno: 6 anni + 2000 euro
Carlo Tesseri: 3 anni e 9 mesi
Orlando Campo: 10 anni
Vengono riconosciute, come in appello, le accuse di associazione sovversiva e banda armata.
Il giorno successivo
la sentenza viene arrestato Alfredo a Trieste, mentre gli altri tre compagni che si trovavano in libertà, Marina, Orlando
e Carlo si consegnano, i primi due a Rebibbia (Roma), Carlo alla Dozza (Bologna). Orlando Campo viene scarcerato lo
stesso giorno che si presentaa Rebibbia perchè aveva già scontato circa otto anni di carcere per il processo Silocchi,
dal quale uscì definitivamente assolto. Gli altri due anni gli vengono estinti per l’applicazione degli sconti per buona
condotta (45 giorni ogni 6 mesi).

  • 08/05/04:

    Carlo Tesseri ottiene gli arresti domiciliari.


INDIRIZZI:

– FRANCESCO PORCU, carcere via Provinciale S. Biagio, 81030 Carinola (CE).
– GREGORIAN GARAGIN, via G.Leopardi 2, 61034 Fossombrone (PS).
– ANGELA MARIA LO VECCHIO, Rebibbia via R.Majetti 175, 00156 Roma.
– ALFREDO MARIA BONANNO, c.c. via Papiniano 34133 Trieste.
MATERIALI:
– CON OGNI MEZZO NECESSARIO dossier sulla nuova inquisizione.
– IL ROS E’ NUDO come si fabbrica un’inchiesta giudiziaria (ott. 1997).
– L’AFFARE ROS-MARINI (nov. 1997)
– PROCESSO MARINI cronaca di una sentenza annunciata (lug. 2004)
LINKS:
www.tmcrew.org/movime/@@@/@nhome.htm
www.ecn.org/elpaso/
www.filiarmonici.org/marini-requisitorie-2000.html
www.guerrasociale.org/processo_marini.htm

 

http://www.tmcrew.org/ateneo/procex.htm

 

 

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