Di comidad (del 07/06/2012)
Non tutti hanno potuto fare a meno di notare che l’audizione del 23 maggio scorso davanti alla Commissione Affari Costituzionali della Camera da parte del direttore dell’AISI, Giorgio Piccirillo, non sia stata in grado di fornire alcuna pezza d’appoggio alle tesi esposte a proposito della Federazione Anarchica Informale: non un arresto, non un nome, non una circostanza.
Nulla.
Oltre che al rischio di nuovi attentati, il capo dei servizi segreti interni ha fatto riferimento alla possibilità di comunicati definiti “apocrifi”, come se si trattasse di vangeli. L’espressione elegante ha evidentemente lo scopo di attutire il dato che si tratti di balle di mitomani. La confusione mentale che ha ispirato l’estensore del comunicato di rivendicazione del Gruppo Olga, è distante anni luce dalla precisione che ha caratterizzato l’attentato contro il manager di Ansaldo Nucleare. Sarebbe come se Federico Moccia pretendesse di essere l’autore di “Guerra e Pace”.
Peccato che Piccirillo non abbia esitato a far proprie le balle dei comunicati “apocrifi”, poiché, citandone uno, ha affermato che gli “informali” sono come il gas, che si avverte solo quando esplode. Insomma, si materializzano solo quando devono compiere degli attentati. L’invasione degli ultracorpi. [1]
Nel 2004 la rivista ufficiale dell’AISI, “Gnosis” pubblicava un articolo sulla Federazione Anarchica Informale, una sigla che si era posta all’attenzione l’anno prima. A rileggere l’articolo a distanza di otto anni, ci si rende conto che Piccirillo non ha aggiunto nulla a quanto si sapeva, o si diceva di sapere allora. Nove anni di “intelligence” per tornare al punto di partenza. [2]
Alla ministra del Welfare per Banchieri, Elsa Cuornero è venuto in questi giorni uno dei suoi consueti raptus di malvagità, ed ora vorrebbe introdurre la possibilità di licenziamento facile per gli statali. Strano che, fra gli statali inefficienti da licenziare, non abbia inserito proprio Piccirillo e soci. La Federazione Anarchica Informale avrebbe infatti nove anni di vita, un periodo di tempo lunghissimo per una formazione clandestina; ma l’AISI, la polizia ed i carabinieri, non sono stati in grado di operare neanche un arresto, e neppure un’identificazione. Gli “informali” sarebbero delle vere Primule Rosse. Al confronto le Brigate Rosse di Curcio e di Moretti ci farebbero la figura di una banda di dilettanti. Si capisce allora perché Piccirillo e soci si ostinino a declinare la sigla della Federazione Anarchica Informale al maschile, dicendo: “il Fai”. Non è ad una federazione che pensano, ma ad un fantasma.
Ma nell’audizione di Piccirillo si è assistito ad un aspetto surreale, che la comunicazione ufficiale si è guardata bene dal sottolineare; e cioè che appena quattro giorni prima – il 19 maggio – c’era stato un attentato a Brindisi di una gravità assolutamente incomparabile rispetto a quelli attribuiti agli “informali”; e su questo attentato Piccirillo non ha ritenuto di intrattenersi. Una “trascuratezza” che costituisce un vero e proprio comando subliminale, una “psychological operation”.
Non varrebbe l’obiezione che Piccirillo era già stato convocato da tempo a conferire su uno specifico argomento, poiché, se si fosse trattato di un altro attentato contro obiettivi degli affari o della politica, allora l’emergenza avrebbe imposto il fatto nuovo al centro dell’attenzione. Ma, evidentemente, una bomba all’entrata di una scuola non è ritenuta una vera emergenza di ordine pubblico, in quanto non ci sono interessi forti da tutelare.
In una situazione “normale”, Piccirillo sarebbe stato congedato tra gli sputi e le mazzate della Commissione, anzi, sarebbe stato già licenziato; ma l’attuale situazione non è normale, poiché deriva da decenni di guerra psicologica che hanno confuso le menti, e deformato e rovesciato il concetto di verità. Non è più vero ciò che è riferibile a dei fatti, ma solo ciò che “ti mette in discussione”, che ti richiama alle tue “responsabilità”. Puoi mai negare la verità di una segnalazione di minaccia terroristica anarchica? Non sarebbe “responsabile”. Ecco allora che l’esistenza della Federazione Anarchica Informale diventa come quella di Dio, una questione di fede.
La violenza diventa così una categoria morale astratta, priva di qualsiasi connessione con la forza, cioè con la possibilità di esprimersi materialmente. Forza e violenza sono sì concetti distinti, ma una violenza separata dalla forza non può che essere effimera ed inefficace; ma con un trucco retorico si può ugualmente creare l’incubo di una permanente minaccia di violenza terroristica da parte dei deboli.
Quando invece ad essere colpite sono persone deboli e inermi, come delle studentesse, allora l’ordine è di dimenticare, perché ricordarsi che i deboli sono le vere vittime non sarebbe un comportamento responsabile, in quanto non ti metterebbe in discussione. Non vorrai mica abituarti a dare la colpa ai potenti?
Il moralismo d’accatto soppianta i dati di fatto. Ovviamente nessun moralismo sarebbe in grado di reggere senza un sistema sanzionatorio, ed infatti chi dubita delle versioni ufficiali, si ritrova emarginato dai media che contano; i media “mainstream”, come si dice oggi.
La creazione di fantasmi è una delle tecniche di guerra psicologica più comuni, poiché serve a creare nei movimenti di opposizione un clima di sospetto reciproco, e fa sì che l’aggressività e l’ostilità vengano rivolte dai militanti verso il loro interno. La rivista “Gnosis” non è stata capace di dirci nulla sugli “informali, ma nel 2006 la stessa rivista dell’AISI ha pubblicato un articolo di Maurizio Molinari, corrispondente dagli Stati Uniti, a proposito dei metodi illegali adottati dall’FBI per distruggere il movimento delle Pantere Nere: infiltrazioni e guerra psicologica.
Molinari non è mai stato uno di quei giornalisti che brillano per originalità, perciò probabilmente il suo articolo non è altro che una compilazione di notizie già pubblicate sulla stampa statunitense. Ciò non toglie che le notizie riciclate da Molinari siano ugualmente interessanti.
Una delle tecniche di psicoguerra dell’FBI consisteva infatti nel “diffondere false notizie tanto con lettere e telefonate anonime che con articoli sui giornali”. Sarebbe quindi ingeneroso accusare Piccirillo e soci di essere degli statali fannulloni, poiché anch’essi fanno con cura il proprio mestiere, che è quello di disinformare, intossicare e depistare. [3]
[1] http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-05-23/piccirillo-aisi-vista-nuovi-160352.shtml?uuid=AbgC32gF
[2] http://gnosis.aisi.gov.it/Gnosis/Rivista1.nsf/servnavig/6
[3] http://gnosis.aisi.gov.it/Gnosis/Rivista7.nsf/servnavig/19
http://www.comidad.org/dblog/articolo.asp?articolo=491