14/6, Reggio Emilia
Il 13 giugno il Collettivo R60 ha subito un forte e chiaro attacco politico e intimidatorio sopratutto a danni di 2 compagni, i quali hanno visto perquisire addirittura la propria abitazione e solo dopo ore sono stati rilasciati dalla questura.
Chiaramente il 14/6 non poteva mancare il duro attacco mediatico da parte di giornali locali.
Un noto giornale ha addirittura avuto il coraggio di affermare che il nostro simbolo è un “carro armato con la scritta sopra R60” oltre a congetture e definizioni che ci dipingono come violenti, terroristi e banditi della peggior specie, forse chi fa il giornalista dovrebbe cominciare a dare un po’ più peso alle sue parole con cui imbratta la carta.
Vorremmo ricordare e sottolineare che R60 non è un nome di un carro armato,non è il nome di uno strumento di morte,roba che farebbe rivoltare nella tomba i nostri nonni.L’R60 era un trattore che fu prodotto tra il 1950 ed il 1951 durante l’occupazione dalle OMI, Officine Meccaniche Reggiane, dove gli operai svilupparono la propria capacità di autogestione progettando e realizzando il trattore R60 come mezzo di lavoro e di libertà e come esempio di risorsa autoprodotta per la collettività. L’R60 fu il simbolo di libertà di quei lavoratori che lottavano per un mondo di liberi e di uguali, un esperienza di cui la nostra città dovrebbe essere fiera. anche noi come loro, abbiamo quel simbolo di libertà. L’R60 oggi è un gruppo di persone, di amici, di studenti, di lavoratori, di compagni che da settembre ha costruito qualcosa, qualcosa di vero e di libero in cui ognuno ha avuto modo di confrontarsi e proporre qualcosa a proposito del mondo che ci circonda,e che viviamo ogni giorno, nonostante diverse opinioni e diverso percorso politico individuale. Abbiamo portato avanti un vero e proprio progetto politico e sociale reale, dal basso, autofinanziato e autogestito, una politica che andasse fuori dal palazzo e che incontrasse e coinvolgesse davvero le persone senza il potere, senza delega, senza i soldi del partito, senza interessi semplicemente mettendosi in prima persona. Confrontandoci e utilizzando solo le parole e mai la violenza, abbiamo supportato chi gli veniva negato lo stesso diritto alla salute con l’inquinamento elettromagnetico, piantandogli una bella antenna sotto casa, mentre l’amministrazione comunale continuava a rinviare le sedute del consiglio noi eravamo li sotto casa loro e con loro a sostenerli. Contando solo sulle nostre forze abbiamo creato un dossier molto dettagliato sul progetto del parcheggio sotterraneo in piazza della vittoria,sottolineando i limiti di quest’opera inutile,dannosa e a unico interesse privato su cui è in corso una speculazione terribile che chi abita in città nemmeno pensa. Da marzo siamo riusciti dopo tanti sforzi ad aprire una sede in città in modo da dare vita ai nostri progetti che avevamo in mente da tanto tempo ma che non trovavano un luogo in cui realizzarsi.
Grazie a questo spazio abbiamo realizzato innanzitutto socialità e condivisione cosa che mancano totalmente a questa città e alla società di questo sistema di cose, in cui il dio denaro e l’individualismo del proprio orticello ci sta trascinando in un baratro in cui la stessa esistenza dell’essere umano è addirittura in discussione.
Grazie a questo spazio abbiamo creato un luogo di aggregazione dove per entrarvi non c’è bisogno di tessere o banconote ma semplicemente condividere alcuni valori, quali l’uguaglianza, la solidarietà, il mutuo appoggio, l’antifascismo, l’internazionalismo, il rispetto e la valorizzazione di ogni diversità.
Grazie a questo spazio abbiamo creato un doposcuola gratuito per tutti la cui attività si colloca come esempio della costruzione dal basso di una socializzazione della produzione, dello scambio e della equa ripartizione delle risorse intellettuali e culturali, un momento di condivisione e aiuto reciproco che per forza esce dal concetto capitalistico del profitto e entra appunto in quella della solidarietà e del mutuo appoggio.
Grazie a questo spazio siamo stati tra i primi a partecipare alla raccolta del materiale di prima necessità per l’emergenza del terremoto nella bassa modenese, coordinandoci ad altre realtà reggiane e non. E questo progetto continua e ha preso forza fino a riuscire a caricare un intero furgone di materiale e distribuirlo personalmente a chi rimasto senza una casa e ora ha solo una tenda sopra alla testa.
Grazie a questo spazio siamo riusciti a costruire una piccola libreria che grazie all’autofinanziamento continuo dello spazio continua ad espandersi per finanziare i progetti futuri. Ma anche una piccola biblioteca con titoli vari che è a disposizione di chiunque abbia voglia di informarsi e istruirsi perchè la conoscenza è uno dei presupposti fondamentali per la libertà.
Questi sono i nostri valori e ciò che abbiamo fatto fino ad ora e non capiamo davvero per quale motivo vi sia stato un vera e propria persecuzione politica nei nostri confronti e per quale motivo i media ci dipingano come terroristi,il terrorismo non appartiene alle nostre pratiche,noi facciamo politica e socialità dal basso, semmai il terrore lo semina questo sistema al quale noi ci opponiamo con determinazione. Anche se lo immaginiamo… in una città cosi’ malata di partito come questa per chi vuole fare a meno del potere, degli interessi, dei soldi, della poltrona, del palazzo non c’è posto. Chi mettendosi insieme agli altri in prima persona costruisce qualcosa necessariamente diverso e fuori dalla logica capitalista e lotta davvero per una società libera dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo,dell’uomo sulla natura e da ogni forma di autoritarismo può risultare scomodo. Beh noi però non ci arrenderemo, mentre il potere continua a riempirsi la bocca di belle parole ma zero fatti noi continueremo a stare dalla parte degli ultimi,degli oppressi, a portare avanti libertà, solidarietà, uguaglianza e mutuo appoggio.
I Compagni e le Compagne del Collettivo e dello Spazio AutOrganizzato R60
Via Berta 4/c
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