Alcuni articoli usciti oggi su 2 quotidiani italiani riguardante l’operazione Ardire

Terrorismo, indagati esaltano i greci
«Loro hanno sparato, è stato bello»

Dalle conversazioni telefoniche intercettate dagli inquirenti emerge anche come è stato scelto il simbolo del gruppo Fai-Fri


http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/terrorismo_indagati_esaltano_i_greci_loro_hanno_sparato_stato_bello/notizie/202403.shtml

 

Dietro al blitz, preso
il filosofo degli anarchici

http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2012/06/14/APPVrjiC-dietro_filosofo_anarchici.shtml#axzz1xm4gZrVK

 

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Le parole del generale del Ros Giampaolo Ganzer

Genova – Sono le quattro del mattino di mercoledì 13 giugno e i carabinieri del Ros percorrono vico Croce Bianca (cuore del centro storico) diretti all’appartamento dove, da un anno, vive Giuseppe Lo Turco. È lui, 23 anni, studente di filosofia all’Università di Genova, l’unico arrestato all’ombra della Lanterna nella retata contro gli anarco-insurrezionalisti che ha fatto dire al comandante nazionale del Ros stesso, Giampaolo Ganzer: «Siamo vicini all’area in cui è maturata la decisione di gambizzare l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi, al loro ambiente, sebbene a nessuno dei fermati sia attribuito quell’episodio specifico». Lo Turco, questo almeno sostengono le carte dell’indagine, era a pieno inserito nella Fai, la Federazione anarchica informale che ha rivendicato quel raid. E aveva contribuito a tradurre, per altri compagni, molti documenti «carcerari» (la “cellula Olga” che firma gli spari contro Adinolfi è intitolata a un’anarchica greca detenuta), oltre ad aver elaborato personalmente il simbolo che poi sulla rivendicazione è comparso. Solo suggestioni, forzature per tranquillizzare i cittadini, o il lavoro sull’agguato compiuto il 7 maggio in via Montello è destinato ad accelerare davvero? «Un passo avanti», taglia corto l’Arma. Anche perché i militari si presentano in altre due abitazioni: una è quella di Evelin Sterni, 31 anni, residente a Dinegro e sospettata di aver partecipato alla redazione del documento con cui la cellula “Sorelle in armi – Nucleo Mauricio Morales”, sempre legata alla Fai, rivendicò la bomba anarchica piazzata alla Bocconi di Milano nel 2009. La Sterni recentemente era stata denunciata dalla Digos genovese per le proteste che impedirono al procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli di parlare in un consesso pubblico, e coinvolta in diversi scontri in Trentino. Nel 2009 viene arrestata per aver partecipato all’occupazione di un ex asilo finita con un «lancio di tegole» alla polizia.

Nell’altra casa perquisita dal Ros, stesso quartiere, vivono invece Ilaria M., trentunenne, e il fidanzato Dario C., 33 anni. Lei originaria della Toscana, lui sardo, sono nel capoluogo ligure da pochi mesi e non è detto fossero intenzionati a rimanervi a lungo. Gli sequestrano i computer, per gli investigatori sono “contigui” al gruppo più oltranzista.

Che personaggi sono, agli occhi di chi indaga? Quanto, negli ultimi mesi, avevano frequentato gli ambienti anarchici più radicali ma “storici” di Genova, monitorati dalle forze dell’ordine?

Giuseppe Lo Turco è, per forza di cose, la figura di maggiore interesse investigativo. Giunto dalla Sicilia (è originario di Catania) nei primi mesi del 2011, si è sistemato da subito in una delle zone più popolari dei caruggi, prendendo a frequentare «più circoli» come rimarcano oggi gli inquirenti. Solitario, molta dimestichezza con le lingue straniere, si è sempre tenuto lontano dai centri sociali e, di fatto, dalle manifestazioni di piazza. Perlomeno da quelle più “esibite”.

Nella notte, intanto, una ventina di anarchici ha protestato davanti al carcere di Marassi per chiedere la scarcerazione proprio di Lo Turco: i manifestanti hanno acceso fumogeni, intonato cori e divelto segnali stradali fra la mezzanotte e l’una. La Digos ha identificato 21 di loro: saranno denunciati per danneggiamento e accensione di oggetti pericolosi.

Diverso il caso di Evelin Sterni, rimasta a piede libero ma più volte citata nelle carte dell’inchiesta. In particolare, i carabinieri risalgono a lei intercettando la sua corrispondenza con Alessandro Settepani, ventiseienne originario di Terni, arrestato ieri e ritenuto uno dei più pericolosi fra gli anarco-insurrezionalisti che si richiamano alla Fai. Era lei, il 24 gennaio di tre anni fa, poco prima del trasferimento in Liguria, a tratteggiare alcune linee «programmatiche », scrivendo proprio a Settepani: «Ritengo importante il coinvolgimento (anche attivo) dei prigionieri nelle discussioni e nelle lotte all’esterno, che si inseriscono per me necessariamente in un percorso più completo di distruzione del carcere nel suo complesso e di rovesciamento di questo sistema sociale».

C’è un altro dato, importante, che ricollega il blitz contro gli anarco-insurrezionalisti di Genova. Fra i contatti di Settepani (in carcere perché sospettato di aver preso parte a una serie di attentati) figura fino a qualche anno fa – lo certificano i dossier investigativi – Giuseppe Sciacca. Quest’ultimo per un discreto periodo ha vissuto a Genova, accompagnandosi alla genovese Nora Gattiglia, figlia del patròn della Sogegross Maurizio. Insieme furono arrestati nel 2008 a Parma, dopo aver lanciato bombe carta contro una stazione della polizia municipale dov’era stato massacrato a sangue freddo un immigrato. Anche Sciacca è originario di Catania, sebbene a Genova non si veda da un po’.

 

 

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