Scontri nella zona industriale a Basiano, nel Milanese. All’esterno dei capannoni della Gartico Scarl. Un centinaio di operai protestano da alcuni giorni contro i licenziamenti.
Questa mattina tra gli operai e la polizia e i carabinieri intervenuti per sgomberare il presidio davanti allo stabilimento ci sono stati attimi di tensione e poi degli scontri che hanno provocato, dalle ultime notizie, ben 22 feriti. Secondo quanto riferito dal 118, bem 16 sono stati trasportati al Pronto Soccorso con codice giallo. Sul posto sono intervenute 10 ambulanze, 3 automediche e un’elisoccorso in codice rosso. Durante gli scontri un blindato dei carabinieri sarebbe rimasto seriamente danneggiato.
”Questa mattina un plotone in tenuta antisommossa ha replicato l’attacco dell’8 giugno al picchetto dei lavoratori in sciopero davanti ai magazzini del Gigante, il tutto per cercare di far entrare nell’azienda dei crumiri venuti dall’esterno per lavorare al loro posto” raccontano gli attivisti del Si Cobas e del Centro sociale Vittoria di Milano presente sul posto. ”Hanno sparato lacrimogeni ad altezza d’uomo – si legge in una nota del sindacato – spezzato le gambe a due lavoratori e pestato duramente gli scioperanti ferendone una quindicina. Gli operai, soprattutto pakistani ed egiziani, hanno tentato di resistere a mani nude alla carica della polizia ma di fronte all’armamentario messo in campo dagli avversari hanno dovuto soccombere. I crumiri sono, cosi’, entrati grazie al distaccamento armato della polizia sempre al servizio dei padroni per reprimere la lotta dei lavoratori, questi ultimi erano li a difendere il loro posto di lavoro. Alla fine dello scontro hanno arrestato e portato via uno dei delegati dei lavoratori in sciopero”.
Recentemente la società, che si occupa di logistica e in particolare di trasporti alimentari per una grande catena commerciale (Il Gigante), ha deciso di interrompere il rapporto di lavoro con la cooperativa che fornisce il servizio di facchinaggio. La cooperativa, la Alma Group di Peschiera Borromeo (Milano), a quel punto ha deciso 89 licenziamenti dichiarando di trovarsi nell’impossibilità di ricollocare gli esuberi in altre attività del gruppo. I lavoratori, quasi tutti immigrati, sostengono però che il licenziamento sarebbe avvenuto proprio in un momento di “ribellione” alle “ingiuste condizioni di lavoro” alle quali sono sottoposti.
da Contropiano