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trad. ParoleArmate
TRE ANNI E MEZZO DOPO…
Da tre anni e mezzo sono prigioniero nelle carceri greche, più precisamente dall’11/12/2008 a seguito degli scontri scoppiati dopo l’omicidio di Alexandros Grigoropoulos ad Exarchia. Il mio nome è Andrea Mazourek e vivo in Grecia dal 2007, nello specifico da maggio 2007. Vengo dalla Polonia e a causa della scarsa conoscenza linguistica, ho avuto diversi lavori precari. Mentre ero qui da un anno e mezzo, ho saputo, come un po’ tutti, dall’omicidio di Alexis e ho creduto necessario dimostrare nelle strade di Atene, unendo la mia rabbia a quella di tutti gli altri che erano li per gli stessi motivi.
L’11/12/2008, all’angolo tra Solonos e Sturnari, mentre camminavo con altri verso il Politecnico, siamo stati circondati dai porci del MAT (polizia antisommossa) e da sbirri sotto copertura che hanno iniziato a picchiarci, poi ci hanno arrestati e portati al GADA (sede centrale della polizia) dove, dopo essere stato trasformato un altro paio di volte in un sacco da boxe, mi hanno portato al 7° piano nelle celle e l’indomani un impiegato dell’ambasciata polacca venne per assistere i poliziotti negli interrogatori. Visto che le autorità polacche mi bersagliavano per la mia attività sovversiva, l’ambasciata polacca disse falsamente ai media che ero venuto in Grecia per partecipare all’insurrezione… Poi, il giorno dopo, il 12/12/2008 mi hanno portato davanti al procuratore e lei mi ha detto le accuse : tentato omicidio, esplosione, creazione e possesso di esplosivo, mi hanno messo in detenzione preprocessuale senza neanche la possibilità di una difesa legale, visto che il traduttore assegnatomi era arabo (!) e parlava un po’ di greco e polacco, non uno dell’ambasciata. Ecco la prova di come cooperino perfettamente quando c’è da affrontare il “nemico interno”…
L’idea degli investigatori di mandarmi in ospedale dopo la fine del processo non venne attuata. Dopo l’arrivo nel carcere di Koridallos, i secondini mi urlarono che “io avevo bruciato le loro auto” e mi misero in un braccio dove nessuno parlava polacco, cosi chiesi di andare in ospedale, di incontrare un dottore, mentre l’unica cosa che fecero fu di darmi un analgesico. Una settimana dopo, mi dissero che c’era un altro mandato per me in Polonia…
Settimana dopo settimana il tempo è passato e le ferite sono guarite ma la rabbia vive in me per tutti questi tre anni e mezzo da prigioniero nelle celle democratiche. L’11 giugno affronterò la corte d’appello, visto che sono stato condannato a 11 anni e sarò processato nella corte mista d’appello in Loukareos street l’11/6/2012, perciò chiedo la vostra solidarietà in qualsiasi modo riteniate valido…
Dichiaro inoltre che non ho dimenticato chi mi ha picchiato, messo in galera e che continua a privarmi della mia libertà, mentre l’omicida Saraliotis è già stato rilasciato un anno fa e ora gira libero!
Ci ritroveremo ancora una volta in strada, con tutti quelli che non ho scordato, che hanno distrutto e bruciato le vetrine che coprono l’ipocrisia di questo mondo, che hanno combattuto e che continuano a farlo. Possono impedirmi di essere con voi, ma voi potete continuare per tutti quelli che sono in prigione e non in strada, continuando per Alexandros Grigoropoulos.
LA SOLIDARIETA’ E’ L’ARMA DELLA GENTE, GUERRA ALLA GUERRA DEI PADRONI
Andre Mazurek, prigione di Larissa