Bob Black – l’abolizione del lavoro

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–Edizioni Nautilus

In L’Abolizione del lavoro, il testo più conosciuto di Black, sono evidenti i riferimenti ad altri pensatori rivoluzionari come Charles Fourier, William Morris, Paul Goodman,Marshall Sahlins e Paul Lafargue. Egli attribuisce al lavoro la principale responsabilità dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, poiché impedisce la reale libertà delle persone, svolgendo una funzione di controllo sociale e costringendo le stesse a vivere per il lavoro, la produzione e il consumo. Come alternativa all’alienazione del lavoro moderno Black propone una rivoluzione ludica, cioè l’uso del gioco come mezzo per scardinare la ripetitività del lavoro e i suoi eccessi, che impediscono il reale controllo della vita.

Infatti Black ritiene che le “società primitive” (es. cacciatori-raccoglitori), ma anche quelle medioevali, fossero più felici, proprio perché dedicavano molto tempo al gioco. Egli ritiene che in futuro la maggior parte dei lavori, soprattutto quelli legati all’industria e ai servizi, potrebbero scomparire e quindi l’uomo\donna disporrebbe dei mezzi per recuperare la propria consapevolezza mediante un uso appropriato del gioco, svolto volontariamente e in piena libertà.

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